Fare Festa con le Tradizioni

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La Festa era una vera festa nei Paesi elbani, quando ancora era il ciclo delle stagioni a scandire la vita dei contadini che lavoravano “da lume a lume”. Le ore erano scandite dal martello del fabbro per costruire ferri per gli asini o attrezzi di lavoro, dal colpo del piccone per spaccare la roccia, dalla sega del calafato per riparare le barche tirate a secco. Perchè di quello si viveva. Con fatica.
Ma per le feste comandate, pochi giorni all’anno, la comunità magicamente si ricomponeva, che fosse per una processione o per un matrimonio, un battesimo o una gara remiera. Dalle campagne le famiglie contadine si recavano a piedi, a dorso d’asino o in barca, nei borghi. La banda del paese, lasciata la zappa o la pala, riprendeva gli strumenti musicali e si ballava in piazza. Durante le feste nascevano nuovi amori, si rinsaldavano amicizie e se ne facevano di nuove, si stringevano affari o stipulavano contratti, quando bastava una stretta di mano per intendersi. Questo è lo spirito che si ritrova ancora oggi nelle feste organizzate a Capoliveri dalla Pro Loco. Il Genius Loci rivive, torna bambino, per ricordare un passato che tanto passato non è. La Festa del Cavatore e la Festa del Pesce Povero si tengono a giugno e a luglio. Un modo per tramandare la memoria attraverso storie, usanze, aneddoti, scritti, fotografie d’epoca, piatti tipici, per
condividere quei valori materiali e immateriali che sono le fondamenta dell’identità del paese.
“Vogliamo raccontare ai nostri figli, ed anche agli ospiti di Capoliveri, come si viveva sull’Isola per coltivare l’amore e il rispetto per il nostro territori e per la sua storia millenaria – afferma Paolo Martino, Presidente della Pro Loco. Il pasto del minatore, chiamato il “convio”, era a base di prodotti semplici e poveri, quelli che offriva la natura. Per questo abbiamo pensato alla Festa del Pesce Povero, riproponendo quei piatti, gustosi e genuini. Idem per la Festa del Cavatore, durante la quale i vecchi minatori raccontano le loro storie. Viene anche deposta una corona in ricordo di tutti quelli che nelle miniere hanno lasciato la vita e i loro sogni di riscatto. Abbiamo recuperato i vecchi canti che accompagnavano la fatica in miniera o il cammino lungo i “chiassl” del paese intonando “la romanza del cavatore”. Andavano a piedi, gli “omini della vena”, gli attrezzi in spalla, per raggiungere il Ginevro e calarsi sotto il livello del mare, nei pozzi fino a – 54 mt”.

A ottobre è molto attesa la Festa dell’Uva, una festa che caratterizzava tutta l’Elba che, fra l’800 e il ‘900, era fra le zone più produttive della Toscana alla pari del Chianti con oltre 5.000 ettari coltivati a vite. Il Paese magicamente si trasforma in un palcoscenico en plain air, tutti partecipano nei propri rioni. Sono quattro e la competizione è fortissima: il premio va a chi ha creato l’ambientazione più originale ed organizzata, scegliendo liberamente fra epoche e situazioni diverse. Trovi così la nobildonna fiorentina dell’800, vestita di organza, accanto alla schiava romana con la cesta dell’uva sulla testa. O il pescatore scalzo del dopoguerra, accanto al monaco eremita del Medioevo. Perchè per chi non lo sapesse l’Elba è abitata da sempre, da quando era connessa al continente al tempo delle glaciazioni. E i segni, a ben guardare si scorgono ancora, nei graniti dei muretti a secco o negli schiumoli che ammiccano lungo i sentieri.

In the past, life was very hard on Elba, populated by miners, farmers and sailors with very little time for having fun. However, for the official holidays, a few days in the year, the community magically came together again, whether it was for a procession or a wedding, a baptism or a rowing race. From the countryside, the farmers’ families would come on foot, by donkey or by boat to the village. Everyone danced, new loves and friendships were formed.
The Local Tourist authority (Pro Loco) has revived these traditions by bringing back the old village festivals to find the genius loci. The Festa del Cavatore (the Miners’ Day) and the Festa del Pesce Povero (the fishermen’s Day) are held in June and July. It is a way to pass down memories through stories, customs, anecdotes, writings, period photographs, typical dishes, to share those material and immaterial values that are foundations of a village’s identity.

Everyone looks forward to the Festa dell’Uva (the Grape Festival) in October. It is a festival that defined the whole of the Island of Elba which was, between the 1800s and 1900s, one of the most productive areas in Tuscany on a par with Chianti with more than 5,000 hectares planted with vines. For the festival, the town transforms into an open air theatre, everyone plays their part in welcoming the onlookers. The scenes and the settings remind us of a past that has not yet been forgotten.

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