Gruppo Nocentini: storia di un’impresa familiare

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Rimanere se stessi quando le cose cambiano non è facile. E in ottanta anni, di cose, in casa Nocentini ne sono cambiate parecchie. Di strada ne è stata fatta a partire dalle vicende del padre Silvano con il primo panificio nel 1942, messo su a Portoferraio dopo averci lavorato come garzone, fino alla costituzione del Gruppo che affianca al nome Nocentini importanti marchi della grande distribuzione. Molteplici i settori: abbigliamento, calzature, elettronica ed elettrodomestici, distribuzione carburanti, ortofrutta, perfino un pet market.
È la storia di una famigli di imprenditori che hanno messo a frutto talento, fortuna e intuito come la storia dell’impresa italiana documenta spesso. Non è azzardato dire che, dimensionata sulla misura di un’Isola minore, la storia di Nocentini è simile a quella di Olivetti. Fin da giovanissimo, Tiziano che guida il Gruppo, si è formato in azienda e ne conosce ogni dettaglio. E come diceva Adriano Olivetti: “non si può dirigere se non si sa che cosa fanno gli altri”. Le doti umane di Tiziano hanno significato molto e sono un esempio per i familiari perché quella dei Nocentini, prima che un’impresa è uno stile di vita.
Capacità di ascolto, attenzione al nuovo ed alle nuove opportunità, rispetto umano, velocità di pensiero e determinazione, capacità organizzativa, facilità nelle relazioni creando un clima di fiducia, sono certamente le migliori qualità dell’imprenditore. Molte persone si fermano prima di iniziare giustificandosi dietro al termine utopia, “che è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. – ripeteva Olivetti. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia a lavorarci. E allora può diventare qualcosa di infinitamente più grande». Era un pensiero del tutto originale e insolito, in cui l’attività di un’impresa non doveva assicurare solo buoni profitti, ma anche realizzare lo sviluppo sociale, culturale e umano di chi ci lavorava, rispettando ogni individualità, talento e aspirazione.

Questa eredità morale è comune a imprenditori come Nocentini che con i sui parenti e collaboratori non si tira indietro quando c’è da esaudire qualche richiesta che viene dalle frange più fragili della comunità elbana. Perchè è lì che affondano le radici di Silvano, della mamma Nisia, dei loro parenti e discendenti. Al punto che Tiziano si è messo in gioco, su un fronte diverso da quello consueto del lavoro quotidiano che richiede capacità e sacrifici, che conosce a menadito. Si è messo in gioco per la sua “gente” per un cambiamento anche culturale che veda nella politica lo strumento per migliorare le condizioni di tutti, invitando i suoi concittadini a partecipare alla costruzione di un progetto. È sceso in piazza per diventare il sindaco di Portoferraio.
Come le imprese anche le istituzioni devono distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Olivetti pensava la fabbrica per l’uomo, non l’uomo per la fabbrica. Ma per fare questo bisogna superare le divisioni. Essere visionari. Superare le contraddizioni fra capitale e lavoro, industria e agricoltura, produzione e cultura. Un’impresa etica non può esimersi dal guardare e restituire qualcosa al territorio nel quale si è sviluppata. Politica, impresa e società, possono e devono lavorare nella stessa direzione, per la sostenibilità sociale che è la base dello sviluppo sostenibile. «Chi opera secondo giustizia opera bene – sosteneva Olivetti – e apre la strada al progresso. Chi opera secondo carità segue l’impulso del cuore e fa altrettanto bene, ma non elimina le cause del male che trovano luogo nell’umana ingiustizia». Buon vento quindi a Tiziano e a tutti quelli come lui.

Staying yourself when things around you change, is never easy. In eighty years, a lot has changed in the Nocentini household. It has come a long way, starting with the events of their father Silvano setting up his first bakery in 1924, up to the establishment of the Group that combines the Nocentini name with important large-scale retail brands. There are many sectors: clothing, footwear, electronics and household appliances, fuel distribution, fruit and vegetables and even a pet market. This is the story of a family of entrepreneurs who have made the most of their talent, luck and intuition as can be seen often in the history of Italian businesses. More than being a business, this is the Nocentini’s way of life. They do not back down when there is a request from the most fragile parts of the Elban community. That is where their roots lie. It is necessary to be visionaries before entrepreneurs, to overcome the contradictions between capital and labour, industry and agriculture, production and culture. An ethical enterprise cannot avoid looking at and giving something back to the territory where it has developed. Politics, business and society can and must work in the same direction for social sustainability which is the basis of sustainable development.

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