Ogni anno in molte province italiane, verso la fine della primavera, si propongono festival sui giardini. Obiettivo: far conoscere i giardini privati e sconosciuti delle città.
Giardini e bellezza. Arte e utilità. Si preparano piccoli eventi collaterali: lo scambio di semi e talee, un breve concerto sul prato. A suonare violino e violoncello saranno due giovanissime che hanno appena iniziato il liceo. Non è facile spiegare perché musica e giardino vadano insieme. Forse la parola ‘armonia’ è la più appropriata in entrambi casi.
Tradizioni. Usanze. Le vecchie giardiniere inglesi consigliavano di seppellire in giardino scarpe e stivali usati, perché il cuoio marcendo è pieno di ‘cose buone’- dopo aver eliminato gomma o plastica delle suole, naturalmente. 1
Giardini e storie. L’anziano falegname, che abitava al quarto piano di via del Carmine, si era ammalato e a poco a poco era diventato cieco. La sua passione, oltre al lavoro, era sempre stato l’orto, ma per raggiungerlo era necessario attraversare la strada e fare un lungo saliscendi. Decise così di farsi costruire un ponticello e, per poter andare nel suo orto anche d’inverno, lo aveva ricoperto con una lamiera di ferro e messo i vetri ai lati. Oggi il ponticello esiste ancora ma l’orto e la casa sono stati venduti. Il nuovo proprietario ha trasformato l’orto in giardino, mantenendo lo stesso impianto con muretti e aiole rialzate, ma ha addolcito il profilo del ponticello con fioriere in rame che si sporgono sulla via, ha creato una pergola di glicine, e infine ha adornato il parapetto con una grande ‘rostra’ dal disegno raffinato, ritrovata in mare e abbandonata in un deposito, una lunetta sicuramente appartenente all’ingresso di una costruzione di pregio, forgiata in ghisa probabilmente proveniente dalle antiche fonderie lorenesi.
Piante e ecologia. Poco lontano, in un diverso contesto, c’è un patio che, pur ben nascosto e protetto, raccoglie la guazza della Calata e per quello è così verde e ‘tropicale’. Un’enorme schefflera e un’incontenibile bouganville custodiscono lo spirito della casa: ‘se le piante dovessero morire … lo spirito si dissolverebbe’ è la minaccia – scritta – di una figlia dall’animo veramente ‘green’ a chi vorrebbe ‘fare ordine‘ e tagliare i fusti contorti addossati al muro di cinta e i getti lunghissimi che oltrepassano il muro e si buttano in strada. La bouganville ha praticamente 100 anni: fu piantata nel 1930.
E se qualcuno oggi si chiede il perché di ‘sotto zizzoli’, chi è nato qui ricorda bene che là in fondo, all’ingresso dell’aranceto, un tempo c’erano tre grandi alberi di giuggiolo e si veniva a comprare le giuggiole per 10 lire l’etto o 25 lire per tre etti: ed erano gli anni ’50. Queste sono storie vere. Si tratta delle piante e dei giardini di Portoferraio.
Forse nessuno avrebbe mai detto che all’interno delle mura rinascimentali del centro storico, tutto scalinate e vicoli stretti, racchiusi tra i palazzi e gli alti muri di cinta, si possono contare più di settanta orti e giardini, pubblici e privati.
Alcuni sono come grandi aiuole sui bastioni medicei a picco sul mare. Altri sono terreni incolti recuperati, orti con alberi da frutta centenari, oppure agrumeti con una parte dedicata ai fiori, oppure sono frutto della trasformazione di una corte, di un vecchio pollaio, di una cisterna dismessa. Altri sono nati assieme a palazzi importanti, già nel Seicento. E quasi tutti hanno in comune il destino di spazi in gran parte militari che, nel corso di quasi cinque secoli, si sono rinnovati modificando la loro destinazione d’uso.Un libro di imminente pubblicazione li racconta: Giardini segreti di Cosmopoli – La vegetazione tra le mura medicee di Portoferraio.
You would never guess that inside the renaissance walls of the historic centre of Portoferraio, with all its stairs and narrow alleyways, hidden between buildings and high boundary walls, you can count more than seventy orchards and vegetable gardens, both public and private. Some are like large flower beds on the Medici ramparts, overlooking the sea. Others are reclaimed wasteland, vegetable gardens with hundred-year-old fruit trees or citrus groves with a part given over to flowers, or they are the result of the transformation of a courtyard, a hen-coop or a disused cistern. Others were formed at the same time as the important buildings, as early as the 17th century. Almost all of them share the common fate of being mostly military spaces that, over the course of nearly five centuries, have been restored, changing their intended purpose.
Every garden has a story: the elderly carpenter who lived on the fourth floor of Via del Carmine, fell ill and gradually lost his sight. Apart from his work, his passion had always been his vegetable garden but to reach it, he had to cross the street and do a bit of a hill. So he decided to have a small bridge built, which still exists today and his vegetable patch became a garden. Plants and ecology. Not far away, in a different context, there is a well hidden, protected patio that collects the dew from the Calata and that is why it is so green and “tropical”. An uncontrollable bougainvillea guards the spirit of the house: it is 100 years old. And if anyone asks you why ‘under zizzoli’, those born in Portoferraio remember the three large jujube trees: in the fifties, people used to come to buy jujubes at 10 lire for 100 grams.