Isabella Aragona Appiani: Principessa di Piombino e dell’Elba

cultura

Forse nessuno degli stati sorti in Italia nel tardo Medioevo e conservatisi, più o meno solidamente, per un buon tratto dei secoli successivi ha visto naufragare la sua eredità culturale come quello di Piombino. Ciò è tanto più vero per quanto di essa attiene alla rappresentazione che intese dare di sé la dinastia che tale stato fondò, i d’Appiano o Appiani1 , attraverso le sue dimore e le opere d’arte di cui volle circondarsi, commissionate di volta in volta ad Andrea Guardi, al Rosso Fiorentino, al Sodoma e ad altri maestri, che sicuramente compresero anche i ritratti dei singoli signori. Questi, oggi si contano sulle dita di una mano, riguardando solo Jacopo III, la moglie, Battistina di Campofregoso, e il figlio, Jacopo IV, nonché Isabella, figlia del pronipote di Jacopo IV, Alessandro, e della nobildonna spagnola Isabella Hurtado de Mendoza.
E’ noto, però, che le raffigurazioni di Jacopo III e dei suoi familiari, altrettanti rilievi marmorei visibili nel complesso quattrocentesco della Cittadella di Piombino, scalpellinate per ordine di Cesare Borgia nel 1501, appaiono ridotte a dei profili informi. Di fatto, dunque, atteso che deve essere giudicata meramente soggettiva l’identificazione di un anonimo gentiluomo, la cui effigie si può ammirare nello Staatliche Museum di Berlino, con Jacopo V, è Isabella l’unico membro della famiglia Appiani investito del trono di Piombino di cui si conoscano le sembianze.

Nata a Genova nel 1577, Isabella visse vicende familiari turbolente legate innanzitutto alle reciproche, aperte, infedeltà dei genitori. Quindi, in un clima politico complesso, dovette soffrire la morte violenta del padre in una congiura orchestrata, secondo l’opinione comune, anche dalla madre. Andata in sposa allo zio, Jorge Hurtado de Mendoza, conte di Binasco, nel 1602, ne rimase vedova nel 1618. Quattro anni più tardi, nel gennaio del 1622, si risposò con Paolo Giordano II Orsini, duca di Bracciano. Morì a Roma, nel 1661, dopo aver retto lo Stato piombinese, divenuto Principato nel 1594, dal 1611 al 1628.
Il nuovo matrimonio portò Isabella a risiedere alternativamente a Piombino, dove attendeva agli affari di Stato e a Bracciano, che la vedeva partecipe del treno di vita brillante e culturalmente intenso di cui era instancabile animatore il marito, nel castello di famiglia. Appassionato d’arte, Paolo Giordano si distingueva per il suo generoso mecenatismo, mentre raccoglieva opere di pittori, scultori e incisori illustri. Fu in tale cornice privilegiata che Isabella posò per almeno due artisti diversi, un anonimo, che la ritrasse in una medaglia, e Guilliam Van Deynen, altrimenti noto come Guglielmo il Fiammingo, che la raffigurò in un busto in marmo.
Già attribuito a Gian Lorenzo Bernini, il lavoro di maggior rilievo è senza dubbio il secondo, che ci porge un artista vissuto tra il 1575 e il 1624, fiorito anche in Italia, soprattutto a Genova, conteso dalle famiglie più importanti di quella città. Egli non venne meno alla sua fama, ritraendo Isabella, che si può supporre avesse conosciuto nel capoluogo ligure, abbigliata elegantemente, come la vediamo, conforme al suo rango, l’espressione attenta e cordiale e insieme nutrita di gravitas, coi suoi tratti di donna matura resi nel sincero, ma delicato naturalismo tipico degli artisti fiamminghi, portato ai più alti livelli da Van Dick.
E’ auspicabile che l’opera, sconosciuta fino ad oggi alla pubblicistica locale, di qua e di là dal canale, stimoli una ricerca sistematica dei ritratti dei sovrani di Piombino, nello spirito di un contributo alla conoscenza della storia e del costume di uno stato minore, ma a lungo ben inserito nel gioco politico-economico della penisola, verso il quale, non a caso, rivolse a più riprese la sua mente speculativa Niccolò Machiavelli.

Isabella Appiani, Princess of Piombino and Elba
Isabella was the great-granddaughter of Jacopo IV and the daughter of Alessandro Appiani and the Spanish noblewoman, Isabella Hurtado de Mendoza. She was born in Genoa in 1577. Her family life was turbulent due to events linked primarily to the reciprocal infidelity of her parents. In a complex, political climate, she had to suffer her father’s violent death in what, also according to her mother, appeared to be a planned conspiracy. In 1602, she was married to her uncle, Jorge Hurtado de Mendoza, count of Binasco but she was widowed in 1618. Four years later, in January 1622, she remarried, this time to Paolo Giordano II Orsini, duke of Bracciano. He governed the State of Piombino from 1611 to 1628. It had become a Prinicipality in 1594. He died in Rome in1661.
With her new marriage, Isabella lived between Piombino where she attended to the affairs of State, and Bracciano, in the family castle, where she was involved in a brilliant and culturally intense life-style with her husband who was a tireless entertainer. Paolo Giordano was passionate about art and he stood out for his generous patronage as he collected works by illustrious painters, sculptors and engravers. In this privileged setting, Isabella posed for at least two different artists; one was anonymous, who portrayed her in a medal, and Guilliam Van Deynen, otherwise known as William the Flemish who depicted her in a marble bust.

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