Il volume di Paolo Ferruzzi e Muzio Murzi: “L’emigrazione musicale elbana” raccoglie lettere, documenti e spartiti appartenuti a quegli elbani che lasciarono l’isola nell’800 e nei primi anni del ‘900, quando la viticoltura fu messa i ginocchio dall’oidio e dalla fillossera.
Muzio Antonio Murzi
Fra gli emigranti che cercavano fortuna in Venezuela, Brasile, Argentina c’era Muzio Antonio Murzi, classe 1878 che a 17 anni, dopo aver imparato a suonare nella banda, aveva cominciato a comporre diverse marce, e a venti suonava il clarino, la chitarra e il mandolino, fino a dedicarsi più tardi anche al pianoforte. Portavano oltremare quel che per loro era più caro: le barbatelle della vite e gli strumenti musicali. E così la musica, oltre a ricordare i paesi lontani, faceva da collante fra gli elbani e la popolazione locale, creando convivialità, ma anche stima, rispetto e fiducia verso i nuovi arrivati. Gli autori preferiti dai musicisti elbani erano Rossini, Bellini, Donizzetti e Verdi. Muzio Antonio Murzi aveva addirittura fondato in Venezuela un giornale, intuendo l’importanza della stampa come strumento di conoscenza e diffusione delle idee. Nelle lettere pubblicate si legge la nostalgia per l’Isola, il desiderio di assaporare, i fichi, i tordi, le castagne, le acciughe, “le nòstere belle frutte…qui ci sono le frutte americane, ci piacciono, sono bone, ma non sono le nòstere….” “Ci faccio poco la corte con questa robba, tengo paura che faccia male, fossero delle nostre sì che le mangerei”
Nel 1903 Muzio Antonio fonda a La Quebrada la Cuerpo Filarmonico Rossini che conquista in breve grande notorietà da Valera a Trujillo e in tutta la regione venezuelana. Diventa un compositore conosciuto ed apprezzato, molte delle sue musiche finiscono nei repertori di altre bande, addirittura suona in onore del Presidente Araujo quello che diventerà l’inno ufficiale dello Stato. Nel 2003 in Venezuela è stato celebrato il centenario della banda, che dal 1959 si chiama Banda Urdaneda, e il suo fondatore marcianese. Muzio tornò in Italia nel 1922 dopo 24 anni passati in Sudamerica. Con quel che aveva guadagnato si stabilì a Roma dove frequentava i teatri e la vita culturale e mondana della capitale oltre a comporre musica. Tornava in estate all’Elba ma ormai era cittadino del mondo: frequentava Fiuggi, Montecatini, Viareggio: aveva capito, già negli anni ’50, quale avrebbe potuto essere il futuro del suo “scoglio”. Muzio riposa dal gennaio 1960 nel cimitero monumentale del Verano.
Wine disease destroyed the crops in the second half of the 19th century and forced many Elbans to leave the Island for faraway countries: the United States, Argentina, Venezuela. Among them was Muzio Antonio Murzi, from Marciana, born in 1878, who, at 17, was already playing the clarinet, the guitar and the mandolin in the town band. Later he took up the piano too. Music, as well as reminding us about distant lands, was a bond between the people of Elba and the local population, creating conviviality but also respect and trust towards the newcomers. Their favourite composers were Rossini, Bellini, Donizzetti and Verdi. Muzio Antonio Murzi even started a newspaper, realizing the importance of the press as a tool for knowledge and for spreading ideas. In 1903 in La Quebrada, he founded the Cuerpo Filarmonico Rossini that quickly gained great popularity from Valera to Trujillo and throughout the Venezuelan region. He became a well-known and highly appreciated composer, much of his music ending up in the repertoires of other bands, even playing what would then become the official state anthem in honour of the President Araujo. Muzio returned to Italy in 1922 after 24 years in South America. With what he had earned there, he settled in Rome where he continued to compose music but enjoyed the theatre and the cultural, social life of the capital. He returned to Elba in the summer, but by then, he was a citizen of the world: he has been at rest in the Verano Monumental Cemetery since January, 1960.
Josè Antonio Abreu fondatore di “El Sistema”
Antonio Anselmi Berti è un altro emigrante elbano, nonno di Josè Antonio Abreu, il fondatore di ”El Sistema” quel metodo di insegnamento musicale pensato per vincere il disagio, la sofferenza, la solitudine. Abreu, o come lo chiamavano tutti il Maestro, creò nel 1975 un metodo pedagogico che punta a integrare i giovani attraverso l’insegnamento gratuito e collettivo della musica. Ed ebbe l’idea di diffondere la musica tra i bambini dei quartieri poveri creando un progetto governativo. Un’intuizione che ebbe grande successo: in 40 anni più di 900.000 bambini e adolescenti e 10.000 insegnanti coinvolti in oltre 1.500 orchestre e cori in tutto il Venezuela, mentre El Sistema veniva replicato in più di 50 altri Paesi. Abreu conseguì un dottorato in Economia all’Università della Pennsylvania, e fu deputato e ministro della Cultura durante il secondo mandato del presidente Carlos Andrew Perez, all’inizio degli anni Novanta. “El Sistema” è stato uno straordinario progetto per i giovani basato sulla giustizia e l’ emancipazione perseguendo il riscatto sociale attraverso l’educazione musicale. Il nonno Antonio era partito per il Venezuela nel 1897 con la moglie Duilia Garbati e si era stabilito nell’area del Monte Carmelo nello Stato del Trujillo, insieme ad altri orchestrali della banda di Marciana e Pomonte che dirigeva portandosi dietro 46 strumenti a fiato. Anche in questo caso, le note familiari, aiutarono a superare la fatica e la nostalgia e a vivere meglio. Infatti è questo l’insegnamento che Abreu riceve dal nonno e che fa proprio, citandolo in molte occasioni: “la musica salva la vita”.
Josè Abreu nato a Valera nel maggio 1939 e scomparso a Caracas nel 2018 ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Marciana nel 2014 durante una visita in Italia.
Antonio Anselmi Berti is another emigrant from Elba. He is the grandfather of Josè Antonio Abreu, the founder of “El Sistema”, a teaching method that aims to integrate young people through free, collective music lessons. Antonio had had the idea of spreading music among children from poor neighbourhoods by creating a government project. His intuition was very successful: in 40 years more than 900,000 children and adolescents and 10,000 teachers were involved in more than 1,500 orchestras and choirs throughout Venezuela, while El Sistema was being replicated in over 50 other countries. Abreu obtained a degree in economics from the University of Pennsylvania and served as a congressman and minister for Culture during President Carlos Andrew Perez’s second term in the early 1990s.
“El Sistema” was an extraordinary youth project based on justice and liberation by pursuing social freedom through music education. His grandfather Antonio had left for Venezuela in 1897 with his wife Duilia Garbati and they had settled in the Mount Carmelo area in the state of Trujillo, along with other musicians from the Marciana and Pomonte band he conducted, taking 46 wind instruments with him. Josè Abreu was born in Valera in May 1939 and he passed away in Caracas in 2018 having received honorary citizenship of Marciana during a visit to Italy in 2014.