Se l’Elba offrisse molto di più delle sue spiagge?

elba oltre le spiaggie

Nel 2016 ho conosciuto Patrizia Lupi, di sangue elbano e cultura livornese, che mi diceva: «L’Elba e le altre Isole dell’Arcipelago sono uniche, belle e fragili come il battere di un’ala».
«Isolani, naviganti o viaggiatori abbiamo conosciuto, nel nostro andare, le Isole di Toscana: molti non le hanno più lasciate, alcuni sono partiti e poi tornati, ma i più le portano nel cuore» mi spiegava, mentre per me diventava impossibile rimanere indifferente alle sue parole: «Sarà merito dei plutoni di granito o delle tormaline che sbocciano come fiori fragili dentro le rocce o del vulcano che l’Arcipelago custodisce mille leghe sotto il mare. Sarà la promessa di salute dell’aria cristallina, dell’acqua di sorgente, delle coltivazioni eroiche dei nuovi paladini della natura. Oppure l’incanto delle linee sensuali dei mille golfi o del riverbero della luce, che sia di sole, luna o riflesso di stelle. O le essenze che profumano in ogni stagione, le dita di scoglio e di sabbia che si tuffano nelle trasparenze iridescenti di un mare popolato da una biodiversità unica. Esempio di come la natura sia più fantasiosa della fantasia».

Dalla prima occasione di viaggio all’Elba, sentendomi novello Napoleone sul traghetto che in poco più di un’ora conduce a Portoferraio, ho compreso un dato certo: la qualità della vita è assicurata tutto l’anno, sia per chi le abita che per chiunque la scelga come destinazione di viaggio. Perché la parte più affascinante dell’isola è nel suo interno, come si scopre facilmente seguendo i passi della Grande traversata Elbana (GTE) (pg. 13): un itinerario difficile e impegnativo per i principianti in alcuni tratti, ma che consente di attraversare l’intera spettacolare dorsale montana, presentando una varietà di panorami e paesaggi mozzafiato e straordinariamente ricchi di suggestioni. Durante il cammino – passando sui rilievi che formano l’ossatura dell’isola – gli occhi spaziano tra il mare, la collina e la montagna, ciascuno con il proprio ecosistema e il suo patrimonio naturalistico, potendo godere di una delle visuali più affascinanti del Mediterraneo, verso la Corsica, le isole toscane e la penisola italiana.

Si entra così a contatto anche con la storia: l’Elba era già famosa nell’antichità per l’abbondanza dei suoi giacimenti, rappresentando una delle principali ragioni della fortuna degli Etruschi sin dalla fine dell’età del ferro (IX-VIII a.C.). Sorsero così i forni che giorno e notte fondevano i minerali con alti bagliori e, come narra Aristotele, dettero origine all’appellativo di Aethalia (scintilla), attribuito all’Elba dai navigatori greci e conosciuto in tutto il mondo ellenico.
«Nel dare vita al magazine “Enjoy Elba” – mi racconta Patrizia – abbiamo lanciato la sfida di raccontare, celebrare, svelare, prendersi cura ed esaltare la bellezza della incredibile unicità di un territorio che, pur circoscritto e isolato, si mostra effervescente nel cambiamento, anche culturale. L’idea è mettere insieme le forze sane e le eccellenze dell’Arcipelago, in una comunità coesa e solidale, che abbia chiaro che l’unica strada che ha davanti è quella dello sviluppo sostenibile. È una rotta che cerchiamo di seguire insieme ad amici, partner, artisti, fotografi, autori, grafici, lettori, imprese e sostenitori: insieme immaginiamo un futuro che faccia tesoro dell’esperienza di chi è vissuto prima di noi su questi scogli tagliati dai venti. Osservando le ginestre e l’elicriso che fioriscono ogni anno, sappiamo che dopo ogni crisi c’è sempre un’opportunità di rinascita».
In effetti l’Elba è tutta un’esperienza, ben oltre il mare: a partire dal Parco Minerario (pg. 12) di Rio con il suoi bei Musei in un paesaggio a tratti surreale, un giardino di fiori minerali tutto da esplorare a bordo di un trenino o di un fuoristrada militare per addentrarsi nel più ampio Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (pg. 11), con i suoi boschi ben visibili dalla cabinovia di Monte Capanne. E ovviamente in bici e a piedi, ripercorrendo le vecchi sentieri, le storie di quegli uomini che l’hanno vissuta, amata e trasformata, più volte e radicalmente.

«La collana “Enjoy MAG” non è soltanto una vernice patinata ad uso e consumo degli ospiti di un territorio – prosegue Patrizia – All’Elba come negli altri territori in cui si vanno attivando nuove redazioni locali, è piuttosto lo specchio di una comunità che si racconta. E tramanda una serie di valori che rappresentano il patrimonio immateriale identitario unico, irripetibile e irrinunciabile dei luoghi. Il “genius loci”, fatto di valori, consuetudini, linguaggi e tradizioni enogastronomiche che affondano le radici nella storia dei popoli che lo hanno abitato e che ne hanno plasmato il paesaggio attraverso il loro lavoro.
Questo vale in particolare per quei luoghi fragili, come le isole o i piccoli borghi, che rischiano di essere dimenticati oppure sopraffatti da un turismo disattento e frettoloso quando invece l’esperienza di un viaggio è un’occasione di crescita, a volte di rinascita, in un dialogo costante con realtà bellissime da un punto di vista ambientale e paesaggistico, ricche di storia e di cultura, piene di persone che sanno fare e fanno bene, capaci di suscitare emozioni indimenticabili».

Tornato nuovamente nell’isola per partecipare al Sea Essence International Festival dedicato alla salvaguardia e valorizzazione del mare e della sua essenza, ho avuto il privilegio di conoscere Fabio Murzi, già fondatore con la sorella Chiara e Marco Turoni della prestigiosa “Aqua dell’Elba”, società no profit che ha dato vita alla Fondazione Acqua dell’Elba (pg. 14-15): «Abbiamo voluto realizzare una manifestazione che spazi dalla ragione all’emozione e che faccia al contempo pensare e sognare – mi spiega – Una manifestazione poliedrica, che sveli la profondità dell’essenza del mare pur mantenendo al centro l’essere umano, i suoi sogni, le sue virtù e le sue speranze, da raccontare con la voce della storia, dell’economia, delle arti, dell’antropologia, della cultura, della politica, della musica, del cinema, della società in un approccio multidisciplinare quante sono le anime del mare».

Non meno importante l’impegno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano per la Riserva MAB Unesco Isole di Toscana (pg. 10).
Attualmente, grazie all’impegno della Fondazione Isola d’Elba (pg. 16-17), sono attivi progetti perfettamente in sintonia con la visione di Patrizia, di alcuni imprenditori e Enti del Terzo Settore e di SIMTUR:

L’iniziativa “Pesca con Gusto” per la a valorizzazione del prodotto ittico locale, l’incentivazione della filiera corta nonché la formazione e informazione al consumatore sulle principali specie ittiche, sul loro utilizzo e sulla stagionalità, sulle varie metodologie di pesca, sulle tradizioni e sul rapporto tra pesca professionale e protezione del mare.

Il progetto “Cittadini Custodi della Cultura Contadina Elbana”, (pg. 22-23) sostenuto da Regione Toscana, punta alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio agricolo, che oggi vede molte aree abbandonate che potrebbero essere possibile oggetto di recupero da parte delle comunità locali, sia per il loro valore paesaggistico e ambientale che per tutelare la particolare qualità, storicamente comprovata, delle uve e dei vini di territorio, come l’Aleatico. Ma non solo: si punta anche a far conoscere e favorire le tecniche agricole che rispettino la natura e il territorio, facendo tesoro dei prodotti e delle tradizioni.

Il piano di realizzare un “Archivio della Memoria Elbana” (pg. 118) , con l’obiettivo di ricercare, censire, promuovere, diffondere la conoscenza e la fruizione del patrimonio fotografico, storico e
contemporaneo dell’Isola d’Elba, partendo dal presupposto che – per la sua conformazione geofisica e per la sua storia – può considerarsi un’area marginale dove è scarsa la comunicazione e lo scambio fra i paesi e le frazioni.

Ed ancora molto è da fare per un progetto di futuro condiviso. Una comunità coesa e “innamorata” delle proprie isole può creare le condizioni di un sviluppo realmente sostenibile, non solo da un punto di vista ambientale ma anche culturale e sociale, all’insegna dell’inclusione e della collaborazione.

I met Patrizia Lupi in 2016, with Elban origins but native to Livorno. She said to me: “Elba and the other islands of the Archipelago are unique, as beautiful and fragile as the beating of a wing”.
“It must be due” she told me “to the granite plutons or the tourmalines that blossom like fragile flowers inside the rocks or else the volcano that the Archipelago is hiding a thousand leagues under the sea. Or it could be the promise of well-being in the crystalline air, the spring water, or from the cultivation in difficult conditions of new defenders of nature. It might be the enchantment of the sensual lines of the thousands of gulfs or the glare of the light, be it sun, moon or the reflection of the stars. It could be the essences that scent it in every season, the strips of rock and sand that plunge down into the glistening transparency of a sea populated by a unique biodiversity. An example of how nature is more imaginative than fantasy”.
The first time I came, I realized that the quality of life on the islands of the Archipelago is assured all the year round, both for those who live here and for anyone who chooses it as a travel destination. The most fascinating part of the island is its interior as you find out when you follow the Great Elba Crossing (GTE)(6): it is a difficult, challenging itinerary for beginners in some stretches, but it allows you to cross the entire spectacular mountain ridge, presenting a variety of breathtaking views and landscapes. This way, you also come into contact with the island’s history: Elba was already well-known in ancient times for the wealth of its mineral deposits; today, in the east, the old mines are now opened up for guided excursions and there are museums to visit. In the west, the land is looked after by the National Park of the Tuscan Archipelago and is quite different. It is worth exploring by bike or on foot, retracing the old highways and the stories of the people who lived, loved and transformed them radically several times over. These islands are places inhabited by people who have brought experience and courage to create excellence. This is the case of the Island of Elba Foundation that pursues objectives of social solidarity and cultural promotion, of the Acqua dell’Elba Foundation that promotes initiatives in defense of “the well-being of the sea” and supports art, and of those who are committed to the Mab UNESCO Reserve for a plan of action aiming at protecting the biodiversity and cultural values of the Archipelago, based on the equilibrium between man and nature.

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