Barche tradizionali

mare&nautica

“Barche tradizionali dei mari italiani”, Editore “Nutrimenti”, Roma, 2024, raccoglie vicende, lavoro e fatica delle ultime imbarcazioni italiane, quelle che navigavano contando solo sul vento e sulla forza delle braccia: niente motore, batterie, elettronica, internet. con i polpastrelli: tela olona, tavole di quercia, corsi di fasciame, chiodi di ferro, argani, paranchi. Il libro ne ricorda le caratteristiche, ma racconta anche le storie di chi ci ha navigato e faticato. E ci aiuta a conoscerle e magari a riconoscerle la prossima volta che ci troveremo a passeggiare sulla banchina di un porto. Dalle caratteristiche del leudo ligure per il trasporto del vino dall’Isola d’Elba, ai navicelli toscani per trasportare il marmo delle cave delle Apuane, dalla spagnoletta di Alghero per la pesca delle aragoste, alle coralline per la pesca del corallo, ai battelli per il trasporto dei minerali estratti dalle miniere del Sulcis, e poi il pinco genovese (ma anche napoletano), le tartane, i trabaccoli, i bragozzi e le paranze gozzi, ognuno un po’ diverso dall’altro, di tutte le regioni italiane. Oggi, ripercorrere le storie di queste barche per trasmetterli alle generazioni future. Si tratta di una forma di altruismo il pensare di fare qualcosa per chi in futuro sarà felice scoprendo una tipologia di barca o qualche frammento della storia della marineria che si è salvata dalla distruzione e dall’oblio. E che proveranno a loro volta la stessa gioia che ha dato a chi ha scritto, tramandato, documentato, senza alcun ritorno economico, che non ci sarà mai. Solo l’istintiva e irrefrenabile volontà di tramandare.

Ancient vessels were propelled only by the power of the wind or the strength in the sailors’ arms: no engine, batteries, electronics or internet. Only hard work and experience for an ancient skill handed down from father to son. A few can still be seen, rarely, along the Italian coast. Each was unique, designed depending on the materials they carried. On the Island of Elba, “Leudi” were frequently seen, taking the wine produced on the island all the way to Liguria. Panella’s book is a tribute to that ancient knowledge, retracing the history of those boats to save them from oblivion.

Die alten Boote bewegten sich allein durch die Kraft des Windes oder der Arme – ohne Motoren, Batterien, Elektronik oder Internet. Nur harte Arbeit und jahrhundertealte Erfahrung bestimmten ein Handwerk, das von Generation zu Generation weitergegeben wurde. Heute sind nur noch wenige dieser Boote an den italienischen Küsten zu sehen. Jedes von ihnen war einzigartig und wurde je nach Transportgut speziell gebaut. Auf der Insel Elba waren beispielsweise die „Leudi“ weit verbreitet – robuste Segelboote, die den dort produzierten Wein nach Ligurien brachten. Mit seinem Buch setzt Panella diesem wertvollen Erbe ein Denkmal. Er dokumentiert die Geschichte dieser traditionellen Boote um sie vor dem Vergessen zu bewahren.

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