Giuseppe Mazzei ed un curioso quadretto perduto

culture & arts

Il mio interesse per l’arte e la storia elbana si è ulteriormente rafforzato dopo una più attenta osservazione delle opere pittoriche di un artista isolano, Giuseppe Mazzei. Nato a Portoferraio il 12 febbraio del 1867, morto a Fiume (Rijeka), oggi Croazia, il 4 ottobre del 1944 e sepolto nel cimitero di Cosala (Kozala). Conoscevo da tempo il nome di questo artista e soprattutto il suo bellissimo lavoro ad olio su tela le “Saline elbane”, ora nella Pinacoteca Foresiana a Portoferraio, testimonianza di quelle saline “alla trapanese” che per lungo periodo rifornirono in epoca granducale anche il grande magazzino del sale di Empoli, ora museo del vetro. Non avevo però mai avuto l’opportunità di approfondire la conoscenza della sua vita artistica e delle sue opere, che sono state per me una vera scoperta. Questa opportunità mi è capitata grazie ad una rara (ed unica) pubblicazione monografica del 1993, a cura del critico ferrarese Lucio Scardino, sulla vita e le opere del pittore*. Il Mazzei fu un artista eccezionalmente precoce, ma visse con un cruccio: quello di non essere ricordato da nessuno, non avendo avuto alcuna recensione critica ufficiale, nonostante la partecipazione ad importantissime esposizioni e i molti lavori commissionati. Tanto che spiritosamente ebbe a dire al figlio Leo, “dovrebbero fare un monumento al pittore ignoto, così almeno avrei la soddisfazione di farne parte, di essere in qualche modo riconosciuto”. Purtroppo quel cruccio aveva un fondamento di verità e un po’ è stato per davvero dimenticato o, quantomeno, non adeguatamente valorizzato anche nella sua terra natale, l’Elba. Mazzei merita una ben più consistente rivalutazione di quanto sia stato fatto sino ad oggi e forse sarebbe anche giusto che le sue spoglie rientrassero in Italia. Oltre che un grande pittore, è stato pure un valente cartellonista, realizzando bellissimi manifesti per importanti manifestazioni. Ma veniamo alla curiosità! Leggendo attentamente la sua biografia, sono stato colpito dal particolare, di giottesca memoria, di quando appena tredicenne, nel 1880, presi colori e pennelli, si diresse da Poggio, dove era in vacanza, verso la mole del Monte Capanne e lì immortalò un contadino in atteggiamento di riposo presso un complesso di rocce. Il destino volle che Telemaco Signorini (novello Cimabue), in visita all’Elba dal padre di Giuseppe, Luigi Mazzei, noto proprietario di un’azienda vinicola, transitasse da quei luoghi e vedesse il ragazzino all’opera, giudicandolo idoneo al proseguimento dell’attività pittorica attraverso studi specifici presso un’Accademia di Belle Arti. Come in effetti accadde, frequentando prima quella di Genova e in seguito i corsi sulla figura e il nudo in quella di Firenze, sotto la guida di Giovanni Fattori. Sempre il critico Lucio Scardino, riporta: “…frutto dell’incontro è un piccolo olio raffigurante un contadino seduto tra le rocce di basalto, che crea un singolare contrasto con la Natura – immensa – che lo sovrasta: un ingenuo romanticismo adoloscenziale, corretto da un gusto per la ‘macchia’, dal quale non è forse estraneo un suggerimento diretto dell’ammirato viandante-pigmalione”. Questo piccolo quadro (13×18 cm), “Paesaggio elbano”, fu realizzato in tecnica mista su cartoncino ed è andato perduto, ma non la sua riproduzione fotografica. Ed è qui che si è acceso il mio interesse di archeologo! Osservando attentamente quell’immagine, sono letteralmente trasalito perché ho riconosciuto immediatamente nelle rocce rappresentate dietro alla figura del presunto contadino (forse lo stesso Telemaco Signorini), una complessa muraglia megalitica poligonale, della stessa tipologia di quelle presenti in Grecia e in Ciociaria! La sorpresa e l’emozione sono stati enormi e ho dovuto faticare non poco per valutare meglio la “scoperta” libero dai “voli pindarici” dovuti all’entusiasmo. Il giovanissimo Giuseppe, senza rendersene conto, aveva rappresentato dal vero un’emergenza archeologica eccezionale, ovverosia un’antica cinta muraria di tipologia fino ad oggi sconosciuta all’Isola d’Elba. Dipinta con una dovizia di particolari sorprendente, tanto da poterne cogliere i minimi dettagli costruttivi, alla maniera della grande “pittrice-archeologa” Marianna Candidi Dionigi (1756-1826), con “Viaggi in alcune città del Lazio che diconsi fondate dal Re Saturno” (1809), che immortalò in splendidi disegni le cinte murarie pre-romane della Ciociaria. Quell’antica muraglia, ormai dimenticata, forse è ancora là, sul Monte Capanne, che aspetta solo di essere riportata alla ribalta. La sto cercando.

Giuseppe Mazzei was born in Portoferraio in 1867 and died in Rijeka, Croatia in 1944. Although he grew up in France and lived in Genoa, he never lost touch with his beloved island which is often found in his works. “Saline elbane” is one of his most significant works and is kept in the Pinacoteca Foresiana in Portoferraio. He was a well-known painter and poster artist and produced many artistic works but he was never truly appreciated as he should have been, not even on Elba. What caught my attention as an archaeologist was an early painting of his from 1880, which is now lost, but fortunately, there is a photograph of it. It features a figure, tiny in comparison to the rocky landscape behind him, sitting on a boulder in the countryside on the slopes of Monte Capanne. However, those rocks retain a pattern, faithfully reproduced by the artist, which reminds us of a completely polygonal megalithic wall, the same type as those found in Greece and Ciociaria and as yet unknown on Elba. This, despite the fact that the island has been inhabited since remotest times and which would prove the island’s strategic importance along the Mediterranean trading routes. Who knows if it was not destroyed and is just waiting to be found. I am looking for it.

Giuseppe Mazzei wurde 1867 in Portoferraio geboren und verstarb 1944 in Rijeka, Kroatien. Obwohl er in Frankreich aufwuchs und später in Genua lebte, verlor er nie den Kontakt zu seiner geliebten Insel Elba, die in vielen seiner Werke eine zentrale Rolle spielt. Eines seiner bedeutendsten Werke, “Saline elbane”, befindet sich heute in der Pinacoteca Foresiana in Portoferraio. Als herausragender Maler und Plakatkünstler hinterließ Mazzei zahlreiche künstlerische Arbeiten. Dennoch blieb ihm zeitlebens die verdiente Anerkennung verwehrt – selbst auf Elba. Besonders faszinierend ist ein Jugendgemälde von ihm aus dem Jahr 1880, das leider als verschollen gilt. Glücklicherweise existiert jedoch eine Fotografie davon. Das Bild zeigt eine kleine, fast verlorene Figur, die auf einem Felsen an den Hängen des Monte Capanne sitzt. Im Hintergrund erhebt sich eine imposante Felslandschaft, deren Struktur Mazzei mit großer Präzision wiedergab. Auffällig ist, dass die Felsen eine Textur aufweisen, die an komplexe megalithische Mauern erinnert – vergleichbar mit den polygonalen Mauerwerken Griechenlands oder Ciociarias, jedoch untypisch für Elba. Die Insel war seit frühester Zeit bewohnt, und die antiken Mittelmeerrouten belegen ihre strategische Bedeutung. Könnte es sein, dass diese Mauer nicht zerstört wurde, sondern nur darauf wartet, entdeckt zu werden? Ich, Leonardo, bin auf der Suche nach ihr.

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