I 100 anni di Gino Terreni

culture & arts

Gino Terreni, giovanissimo artista appena sposato con Anna Maria Davini, ebbe il suo primo incarico di docente al Liceo Foresi di Portoferraio e visse all’Isola d’Elba per oltre due anni tra la fine del 1951 e la seconda metà del 1953. Dovete sapere che, all’epoca, essere mandato all’Elba per lavoro veniva considerato alla stregua di un piccolo esilio, come da napoleonica memoria. Nonostante tutto, sbocciò un amore. Venne “in avanscoperta” sull’isola, subito dopo il matrimonio del 14 ottobre del 1951, per trovare casa. In quell’immediato dopoguerra, questo giovane docente al primo incarico non si poteva permettere un appartamento costoso. Riuscì a trovare una sistemazione in affitto, con tanto di stanzina sottotetto alla “bohémien”, presso la famiglia Marini a Portoferraio, che accolse i novelli sposi con grande affetto. Le finestre davano sulla Calata Matteotti, con l’ingresso del palazzo posto di fronte alle Galleazze al n. 14 (via delle Galleazze, già via C. Colombo). Coincidenza volle che in quel palazzo, alcuni anni dopo, ci abitasse anche l’artista elbano Italo Bolano. Gino, benché inizialmente demoralizzato per un incarico così lontano da casa, rimase presto incantato dalla bellezza selvaggia dell’isola e dal fascino di Portoferraio. Tanto da scrivere a sua moglie Anna Maria due cartoline, firmate 26 e 27 novembre 1951: “È un paese meraviglioso, rimarrai entusiasta, Gino”. “Carissima Signora, verrò a prenderti alla fine della settimana. Passeremo delle ore meravigliose qui a P.F. (Portoferraio). Il tuo sposo”. E così fu. All’Elba si fece molti amici e tra loro il Prof. Aulo Gasparri, Italo Bolano (già suo alunno al ginnasio) e Leonida Foresi, per il quale realizzò alcune xilografie (incisioni su legno e poi stampate su carta), rimanendo in costante contatto anche negli anni a venire. Le matrici di queste xilò furono ritrovate nel 2014 dal genero di Leonida, il prof. Luigi Serena, nell’archivio del “Corriere Elbano”. Realizzò una lunga serie di paesaggi e di marine, molti disegni e schizzi preparatori, oggi in numerose collezioni private in giro per il mondo. Sull’isola ritornò molte volte con la famiglia, per ritrovare i vecchi amici e continuare a dipingere, oltre alle marine, i bellissimi scorci di paesi come Rio nell’Elba e Rio Marina, San Piero e Sant’Ilario. Ma chi è stato Gino Terreni? Nacque a Empoli, in località Tartagliana, il 13 settembre del 1925. Morì all’ospedale di Empoli la sera del 28 novembre 2015, dopo breve malattia. Artista poliedrico, fortemente legato alla corrente espressionista, dopo l’8 settembre, durante la Seconda Guerra Mondiale, interruppe i suoi studi ed entrò come partigiano nella formazione “Carlo Rosselli” per poi partire volontario nella divisione Legnano sulla Linea Gotica. Fu tra i primi liberatori della città di Bologna. Finita la guerra, riprese gli studi al Magistero d’Arte di Firenze (Istituto d’Arte di Porta Romana), sotto la guida di due grandi maestri: Francesco Chiappelli e Pietro Parigi. Produsse grandi cicli di mosaici e di affreschi, tra questi ultimi sono da citare quelli nella Casa Natale di Arnolfo di Cambio a Colle di Val d’Elsa, suo studio d’artista. Nel 1981, il Vaticano gli commissionò la serie di opere grafiche sulla vita di padre Massimiliano Kolbe, martire di Auschwitz, in occasione della sua beatificazione. Ben sette monumenti pubblici, tra cui da evidenziare il Monumento Internazionale alla Pace, in bronzo e mosaico, all’Abetone (PT) sotto l’egida dell’ONU e “Lo Stupro”, dedicato alle vittime per l’Eccidio dei Padule di Fucecchio, inaugurato nel settembre del 2002 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, a Castelmartini di Larciano (PT). Cavaliere della Repubblica per meriti artistici e civici, Accademico dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze e dell’Accademia Tiberina, già Accademia Pontificia. Oggi, la sua arte è considerata una testimonianza della Storia Italiana del Secondo Novecento, dagli orrori della guerra alla speranza della pace, dalla condizione della donna alla vita dei campi e all’arte sacra, sperimentando quasi tutte le tecniche conosciute. È per tutto questo che la Regione Toscana lo definisce “l’Artista della Memoria”. La sua produzione è sterminata (ha inciso oltre mille xilografie, tra le quali le più grandi al mondo su legno di filo) e le sue opere, frutto di quasi ottanta anni di attività artistica (il suo primo autoritratto è del 1937, a soli 12 anni), si trovano presso numerosi musei, nazionali ed internazionali, in decine di chiese, edifici storici e piazze italiane. Tra questi, la Galleria degli Uffizi, dove è presente con l’autoritratto, quindici disegni del tempo di guerra e una serie di xilografie.

Gino Terreni (Empoli 1925–2015), came to the Island of Elba as a teacher in 1951 and fell in love with the place. On Elba, he made many friends among the intellectuals who gathered round the “Corriere Elbano”; for it, he made some xylographs, engravings on wood then printed on paper. He kept up the friendship and in following years, returned with his family to enjoy some painting, not only of seascapes but also beautiful views of villages such as Rio nell’Elba and Rio Marina, San Piero and Sant’Ilario. He was a versatile artist, strongly attached to the Expressionist movement and he produced large series of mosaics and frescoes, graphic works and public monuments. He was awarded the title of Knight of the Republic for artistic and civic merits, he was an Academic of the Academy of Arts and Design in Florence and of the Tiberina Academy, formerly the Pontificia Academy. Today, his art is considered a testimony to the history of Italy of the second half of the 20th century, from the horrors of war to the hope for peace, from the condition of women to life in the fields and sacred art, experimenting with almost every known technique. He is called “the Artist of Memory” for his 80 years spent between artistic activity and civil commitment: his works can be found in museums all over the world.

Gino Terreni kam 1951 als Lehrer auf die Insel Elba – und es war Liebe auf den ersten Blick. Dort fand er schnell Anschluss an eine Gruppe von Intellektuellen, die für den „Corriere Elbano“ schrieben, und pflegte mit ihnen enge Freundschaften. Er fertigte zahlreiche Holzschnitte an, die später auf Papier gedruckt wurden. Elba blieb ein Leben lang wichtig, und er kehrte oft mit seiner Familie zurück. Neben den Häfen malte er auch eindrucksvolle Ansichten von Dörfern wie Rio nell’Elba, Rio Marina, San Piero und Sant’Ilario. Als vielseitiger Künstler mit starken expressionistischen Einflüssen schuf Terreni große Zyklen aus Mosaiken und Fresken, zahlreiche grafische Werke sowie bedeutende öffentliche Denkmäler. Für seine künstlerischen und bürgerlichen Verdienste wurde er zum Ritter der Italienischen Republik ernannt. Zudem war er Mitglied der renommierten „Accademia delle Arti del Disegno“ in Florenz und der „Accademia Tiberina“, der ehemaligen päpstlichen Akademie. Sein Werk gilt heute als ein eindrucksvolles Zeugnis der italienischen Geschichte des 20. Jahrhunderts – es erzählt von den Schrecken des Krieges, von der Hoffnung auf Frieden, vom harten Leben der Frauen in der Landwirtschaft und von sakraler Kunst. Dabei experimentierte Terreni mit nahezu allen bekannten Techniken. Aufgrund seiner 80-jährigen künstlerischen Tätigkeit und seines gesellschaftlichen Engagements wird er als „Künstler der Erinnerung“ bezeichnet. Seine Werke sind in Museen auf der ganzen Welt zu finden.

Articolo precedente
Gorgona: da Paradiso dell’Otium a isola carcere
Articolo successivo
Mucchio Selvaggio, una mappa geniale