L’Elba durante la seconda guerra mondiale

culture & arts

Da un punto di vista turistico l’Elba è sicuramente conosciuta per il mare, per la natura, per le miniere e per le attività sportive. Mentre per quanto riguarda il lato storico-culturale, gli Etruschi e Napoleone sono le realtà più note. Ma c’è un aspetto poco conosciuto che in questi ultimi anni sta venendo alla luce ovvero, l’isola e i suoi abitanti, protagonisti loro malgrado della seconda guerra mondiale. L’Isola d’Elba, da sempre, è stata oggetto di lavori di fortificazione per respingere le offese provenienti dal mare, dai pirati prima e dagli eserciti delle nazioni europee dopo. I primi studi di quello che poi sarà l’assetto difensivo dell’Elba durante il secondo conflitto mondiale risalgono al periodo tra la fine degli anni ’20 e la metà degli anni ’30, quando la Regia Marina costruì nuove batterie tra antinave e antiaeree. Dalla dichiarazione di guerra, nel giugno del 1940, fino all’estate del 1943 il Regio Esercito realizzò centinaia di postazioni difensive sparse per tutta l’isola. Ad esclusione di un bombardamento, se pur dimostrativo, effettuato da parte delle forze franco-britanniche nel giugno 1940, per tre anni l’isola fortezza fu colpita dalla guerra “soltanto” per le morti dei suoi cittadini chiamati a combattere su vari fronti. La situazione mutò dopo l’8 settembre 1943, data che segnò un prima ed un dopo per il nostro Paese. Le truppe italiane sull’isola resistettero contro i tentativi di sbarco delle forze tedesche dal 9 al 15 settembre. L’Elba fu l’ultimo lembo di territorio metropolitano a capitolare dopo il bombardamento del 16 settembre 1943. Il giorno successivo 600 paracadutisti tedeschi e un battaglione di panzergrenadieren occuparono l’isola con l’operazione “Goldfasan”. I tedeschi rimasero sull’isola 286 giorni, durante i quali la convivenza con gli elbani fu abbastanza tranquilla ad eccezione dei rastrellamenti dei soldati nascosti nella macchia e del vergognoso e vile episodio dell’eccidio di Procchio. Dal gennaio 1944 iniziarono i bombardamenti da parte delle forze Alleate, circa 53 azioni, una delle quali vide addirittura la partecipazione di 108 bombardieri B24 Liberator. Si giunse così al 16 giugno 1944, data in cui fu lanciata l’operazione “Brassard”, lo sbarco delle forze francesi all’Elba (con circa 10.000 soldati, prevalentemente truppe coloniali), uno dei cinque sbarchi alleati in Italia. Uno sbarco dettato da motivi politici più che militari: i tedeschi si stavano già ritirando e gli Alleati erano già a nord di Roma. Ma i francesi avevano la duplice necessità di ottenere un successo in combattimento e di addestrare le proprie truppe per lo sbarco che avrebbero effettuato ad agosto in Provenza. Risultato un migliaio di morti tra i soldati, circa ottocento feriti, numerose vittime tra la popolazione civile e centinaia di casi di stupri e violenze perpetrati dalle truppe coloniali francesi. Eventi terribilmente attuali purtroppo, che segnano una pagina importante della storia contemporanea dell’Elba, che ha il diritto di non essere dimenticata.

The history of Elba during the last world war is not so well known. In the early 1900s, hundreds of defensive posts were built all over the island because it was a borderland due to its proximity to French Corsica. In the early years, the war had little effect on the island but after 8th September 1943, when Italy surrendered, 600 German paratroopers and a battalion of panzergrenadiers occupied the island with Operation “Goldfasan”. The Germans stayed on the island for 286 days, during which the coexistence with the Elbans was fairly quiet except for the rounding up of soldiers hiding in the bush. From January 1944, the bombardment by the Allied forces began, about 53 actions, one of which even saw 108 B24 Liberator bombers taking part. This led to 16th June, 1944, when Operation “Brassard” was launched. 10,000 French soldiers landed, mainly colonial troops, who harshly inflicted violence, rape and murder on the population. Rather than a necessary action, it was demonstrative in preparation for the landing in Provence in August 1944, but nonetheless it cost the lives of a thousand soldiers, 800 wounded and numerous victims among the defenceless population. A harsh story that deserves to be remembered as a warning in these difficult times.

Eine weniger bekannte Geschichte ist die der Insel Elba im Zweiten Weltkrieg. Anfang des 20. Jahrhunderts wurden auf der Insel, die aufgrund ihrer Nähe zu Korsika eine strategisch wichtige Grenzlage einnahm, Hunderte von Verteidigungsposten errichtet. In den ersten Kriegsjahren blieb Elba weitgehend vom Geschehen verschont. Doch nach dem 8. September 1943, dem Tag des italienischen Waffenstillstands, verlegten die Deutschen im Rahmen der „Operation Goldfasan“ rund 600 Fallschirmjäger und ein Bataillon Panzergrenadiere auf die Insel. Die deutschen Truppen blieben 286 Tage auf Elba. Das Zusammenleben mit der Bevölkerung verlief weitgehend friedlich, abgesehen von Durchkämmungsaktionen gegen in der Macchia versteckte Soldaten. Ab Januar 1944 begannen alliierte Luftangriffe auf die Insel – es wurden etwa 53 Einsätze geflogen, unter anderem auch mit B-24-Liberator-Bombern. Am 16. Juni 1944 wurde schließlich die „Operation Brassard“ eingeleitet: Rund 10.000 französische Soldaten, vorwiegend Kolonialtruppen, landeten auf Elba. Der Angriff war Teil einer Machtdemonstration im Vorfeld der geplanten alliierten Landung in der Provence im August 1944. Die Eroberung Elbas war jedoch mit hohen menschlichen Kosten verbunden: Etwa 1.000 Soldaten starben, 800 wurden verwundet, und auch unter der wehrlosen Zivilbevölkerung gab es zahlreiche Opfer. Berichte sprechen von Gewalttaten, darunter Vergewaltigungen und Morde. Die Erinnerung an diese Ereignisse bleibt wach – als Mahnung an die Schrecken des Krieges und als Warnung für die Herausforderungen unserer eigenen Zeit.

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