Anche Mattini rimase a bordo. Era di Marciana Marina, il paese dell’Elba che da secoli teneva legata la storia dell’isola con la storia dei leudi e delle coste liguri levantine, vignaioli elbani e marinai liguri, in particolare proprio di Riva, il paese di Michele. Infatti diceva, persino con orgoglio, d’essere anche un po’ ligure, addirittura rivano, e lo diceva al vero rivano dalla punta dei piedi ai capelli, Michele, appunto, che scuoteva il capo e come suo solito se ne andava. Eppure Pietro Mattini, seppur toscano gioviale, ci teneva a confermare il suo mezzo sangue ligure. E anche se quand’era in vena si apriva a raccontare, e allora veniva fuori il toscano, e parlava parlava, e diceva che sua madre era bellissima, talmente bella che i marinai di Sestri e di Riva che arrivavano a caricare il vino perdevano gli occhi a guardarla, […] E un giorno che lui, Pietro, così si chiamava Mattini, aveva undici dodici anni, chiese alla madre perché una donna l’aveva chiamato “Brutto Rivano”, che correndo le aveva schizzato un po’ di sabbia addosso, la madre capì che era meglio fosse lei a spiegargli le cose… Gli disse: “Aspetto ancora una barca rivana che porta un […] gli indicava […]. Lei arrossì, scosse il capo, si morse le labbra, strinse […] si fecero lucidi di ricordi, ma anche sereni, e sebbene Pietro ormai fosse un uomo, un navigante che girava il mondo, gli tese le braccia per farsi abbracciare. Poi, con ritrovata serenità, superando rancori e forse […] l’altro Pietro, il marinaio di Riva, che ogni mese arrivava col leudo proprio là, davanti alla Torre, poi girava verso la costa di Pomonte per caricare il vino, che scendeva coi muli dalle colline ed era travasato nelle botti già pronte a bordo, quindi, una volta carico, tornava al ridosso del piccolo porto di Marciana, pronto a ripartire. Tra una cosa e l’altra i marinai rivani restavano là tre quattro giorni e ormai conoscevano tutti, e nascevano amicizie, e spesso le famiglie dei vignaioli ospitavano quei ruvidi, sarveghi marinai di Liguria a cene e a feste nelle case. Quel marinaio che si chiamava appunto Pietro, e che i compagni chiamavano Marciàn, perché si diceva che già un suo bisnonno, un secolo prima, era stato il […] Marciana, dovette sostare là non i soliti due tre giorni, le botti già sistemate, per colpa del mare di libeccio che non aveva alcuna intenzione di mollare, che di solito il libeccio picchia due tre giorni poi cala. Invece niente, e […] attorno alla Torre, fra osterie e lungomare, e… le nostre madri, portavamo a quei marinai bloccati a bordo qualcosa da mangiare. E una sera, che era tutto quieto, silenzioso, il sole stava calando, mia madre mi diede un tegame con una bella frittata di uova strapazzate con zucchine e pomodori da portare al leudo di padron Brusco, il comandante amico da sempre di mio babbo. Ma quella sera a bordo era rimasto di guardia solo quel Pietro e, lo confesso, già lo guardavo quando passeggiava con gli altri, e mi batteva il cuore. Era bello, abbronzato, asciutto di sale e di sole come solo i marinai possono essere, e aveva i capelli biondi strinati mai a posto e gli occhi chiari. Gli altri erano a una festa del vino per l’ottima annata presso una famiglia di Camola, su in collina, e a bordo doveva sempre esserci uno di guardia. Io mi trovai così là, sola, davanti a lui, avevo paura ma ero contenta, e non mi batté solo il cuore, specialmente quando anche lui mi disse che mi guardava sempre quando ero con […] ostinato e di un leudo carico di vino che non riusciva a partire. Ma sia chiaro che il tuo babbo è questo, che […] ti ha detto brutto rivano”, scosse il capo e sorrise, “vuol dire che i segreti sono solo illusioni, in piccoli paesi come questo. Ma sorridi, come sorridiamo io e il tuo babbo. Il marinaio rivano non s’è più visto all’isola, e noi ci siamo sposati che tu avevi sei mesi, e siamo entrati […] non voleva entrare in chiesa vergognandosi al posto […] lontano, lo seppe infatti da una lettera della madre che lo aveva raggiunto presso l’agenzia a Singapore, e non […] rimase a casa tre mesi ad assistere quel babbo che lo aveva accettato come suo, giorno e notte accanto al […] disponibilità per un nuovo imbarco solo quando, sepolto babbo Mattini, capì di poter lasciare la madre serena e forte, ancor giovane e bella.
In the past, Elba and Liguria had strong links because of the wine trade; it was produced in large quantities on the slopes of Mount Capanne. The leudi were the special sailing ships used for transporting the grape must and every year at harvest time, they arrived from Sestri and Riva Trigoso to dock under the “Tore” (Tower) of Marciana Marina. If there was bad weather, the sailors would stay over in the village in the warmth of the homes of the local people. Naturally, many stories were told about the loves that started and sometimes ended in the shade of the Tamarisk trees, sprinkled with salt and fanned by the Libeccio wind.
In der Vergangenheit bestanden enge Handelsbeziehungen zwischen Elba und Ligurien, insbesondere im Weinhandel. An den sonnenverwöhnten Hängen des Monte Capanne wurde Wein in großen Mengen produziert und mit den traditionellen Segelschiffen, den Leudi, transportiert. Diese kamen jedes Jahr zur Erntezeit aus Sestri und Riva Trigoso und legten unter „La Torre“ in Marciana Marina an. Wenn das Wetter umschlug, suchten die Seeleute Schutz in den Dörfern, wo sie in den gastfreundlichen Häusern der Bauern Unterkunft fanden. Dort wurden Geschichten erzählt, Freundschaften geschlossen, und manchmal entstanden Liebschaften zwischen den jungen Seeleuten und den Mädchen des Dorfes. Manche dieser Liebschaften erblühten nur für einen Sommer, andere endeten leise unter den Tamarisken, begleitet vom salzigen Duft des Meeres und den Böen des Libeccio.
Leudi, amori e tamerici
