Come farsi amico il vento? Come addomesticarlo? Come vivere, spezzati fra paura e coraggio, sfidando il mare, amico e nemico che ti bagna la faccia e non vuole inganni? Quel mare più forte e combattivo di coloro che pensano di dominarlo, come lo sono tutti gli elementi della Natura, ma benigno per chi lo rispetta e ne coglie le sfumature, per i marinai che non riescono a farne a meno. In mare gli odori si fanno silenzio, i suoni diventano orizzonti, la pelle è spugna di sole e tempeste, la vista, colma di bellezza, è un accessorio: si racconta di vecchi marinai ciechi capaci di navigare annusando l’aria. Sensazioni forti che educano i sensi a tornare alla loro funzione primaria: la sopravvivenza. Forse sono le emozioni vere, sempre in bilico fra gioia e dolore, stupore e rinuncia, pigrizia e passione, che salvano dal male di vivere, dalla depressione, dalle dipendenze, da quella solitudine cattiva che ti fa sentire solo in mezzo agli altri. L’esperienza di Francesco è fatta di questo: di delusioni, droghe e salmastro, di speranze, vele e azzurro profondo, dove, senza dimenticare il dolore, ha trovato la salvezza. Francesco, occhi dolci carichi di uragani, da dodici anni vive all’Elba. È arrivato alla Mammoletta, la sede della fondazione Exodus alle Picchiaie, dopo una serie di esperienze in cui l’unica cosa che contava erano le sostanze. Qui ha incontrato Stanislao e Marta, amici e maestri, e tanti ragazzi come lui e due barche a vela. Due gusci per chi ha bisogno di un guscio per ritrovare il proprio seme. “Ho capito che bisogna dare un senso alla propria vita, essere utili, condividere con gli altri quello che si è imparato – dice Francesco – con tutti, senza discriminazioni. Anche i ragazzi “fragili” o con disabilità possono essere necessari a bordo dove avranno la possibilità di sentirsi parte di una squadra che ha bisogno anche di loro perché in barca ognuno ha un ruolo e se non viene rispettato ne va della sicurezza di tutti”. Marinaio, questo è oggi il lavoro di Francesco. Skipper direbbero i turisti, ma anche autista o cuoco o tutto quello che serve per restituire alla Mammoletta quello che là ha avuto. Lasciandosi alle spalle Bologna dove frequentava l’Università, la sua Palermo bella come le sirene e il lusso pericoloso di Miami. Con Stanislao, il suo primo comandante, partecipa agli incontri dell’associazione Vela Solidale che raduna diverse associazioni che si occupano di disabilità utilizzando barche a vela. Ogni due mesi seguono corsi di formazione per scambiarsi idee e esperienze. “Oggi anche il mondo delle dipendenze è molto cambiato – spiega Francesco – dobbiamo trovare nuove modalità per rapportarci con le persone in difficoltà. Ma l’andar per mare può essere una cura e una prospettiva, come lo è stato per me”. Francesco con i suoi 36 anni ha gli occhi liquidi dei ragazzi e lo sguardo ancora pieno di domande nel corpo solido dell’uomo che è diventato. Gli leggi sulla pelle abbronzata, come fosse un libro, la saggezza di chi ha navigato con ogni mare. E finisce il suo racconto sorridendo come fa lui, quasi timido: “Quando navigo in mare aperto, verso la Liguria o la Corsica, o verso la Sicilia, che amo come mia madre anche se ho scelto l’Elba, ho un solo desiderio: Speriamo che vedo una balena”.
This project is designed for young people and is using sailing to show Elba from a new point of view, from the sea, then, with help from teachers and experts, observing and describing its morphology, geology and biodiversity, history and landscape. It is a “change of direction” and of outlook, using a “travelling” classroom and open-air lessons where these youngsters will also learn the rudiments of seamanship. There are many public and private partners, who, together with the leading partner, the Isola d’Elba Foundation, are collaborating on the project both by organising excursions and planning meetings and lessons on land. The Italian Naval League and the Exodus La Mammoletta Foundation will have a fundamental role to play. Francesco is one of the Mammoletta boys who overcame drug addiction thanks also to his relationship with the sea. Today, he is the skipper of La Mammoletta’s sailing boats, he has tackled every kind of sea, even in a metaphorical sense, he has been working with the centre for twelve years and he helps fragile young people to team up with him and to feel useful when they go sailing.
Das Projekt „Kurswechsel“ richtet sich an Jugendliche, die die Insel Elba aus einer ungewohnten Perspektive kennenlernen möchten – nämlich vom Meer aus. Gemeinsam mit Lehrkräften und Fachleuten entdecken sie die geologischen Besonderheiten, die biologische Vielfalt, die Geschichte und die Landschaft der Insel. Im Mittelpunkt steht ein Perspektivwechsel: ein „reisendes Klassenzimmer“ unter freiem Himmel, in dem nicht nur gelernt, sondern auch die Grundlagen der Seefahrt ganz praktisch vermittelt werden. Zahlreiche öffentliche und private Partner unterstützen das Projekt. Die Federführung liegt bei der Fondazione Isola d’Elba, die in enger Zusammenarbeit mit ihren Partnern Exkursionen und Begegnungen organisiert. Der Unterricht findet sowohl an Bord als auch an Land statt und wird durch begleitende Aktivitäten ergänzt. Eine besondere Rolle spielen der italienische Marineverband und die Stiftung Exodus La Mammoletta. Francesco, ein junger Mann aus dem Zentrum La Mammoletta, fand durch seine Beziehung zum Meer einen Weg aus der Drogensucht. Heute ist er Skipper der Segelboote des Zentrums – er hat buchstäblich und im übertragenen Sinne alle Meere durchquert. Seit zwölf Jahren arbeitet er mit dem Zentrum zusammen und hilft Jugendlichen in schwierigen Lebenslagen, im Team zu wachsen und beim Segeln eine sinnstiftende Rolle zu finden.