“Cittadini Custodi della Cultura Contadina Elbana” è un progetto approvato con D.D.R.13511/23 con il contributo di Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Regione Toscana che vede come capofila la Fondazione Isola d’Elba accompagnata dai partner Auser odv, Incontriamoci in Diversi odv, Associazione Dialogo e raccoglie intorno a sé più di settanta sostenitori tra istituti scolastici, Enti del Terzo Settore, esperti, aziende agricole ed associazioni. L’iniziativa è nata con l’obiettivo di conservare il patrimonio storico e culturale isolano, di valorizzarne il territorio e di promuovere tecniche di agricoltura sostenibile, partendo dalla conoscenza delle proprie radici e coinvolgendo attivamente tutta la comunità in un percorso di valorizzazione dell’identità del territorio.
Alla base del progetto è il recupero delle antiche tecniche di coltivazione, in particolare della vite: l’Elba prima dell’avvento del turismo mostrava una antica geometria di terrazzamenti che scendevano dai monti al mare dove si coltivavano le varietà locali di Ansonica, Aleatico, Procanico, Biancone, Sangioveto, che erano l’oro dell’Isola. Recuperare le tecniche e le antiche coltivazioni vuol dire preservare la biodiversità del luogo, prendersene cura, trasmettere conoscenze tradizionali e favorire un ritorno consapevole ai mestieri della terra in chiave ecosostenibile. Dalla terra alla tavola, anche con la trasformazione dei prodotti e il loro utilizzo in cucina, favorendo l’ecoturismo e sostenendo realtà imprenditoriali che diffondono le buone pratiche che non impattano negativamente sull’ambiente circostante.
Altro pilastro di “Cittadini Custodi della Cultura Contadina Elbana” è il dialogo intergenerazionale, soprattutto tra i giovani e gli anziani che hanno vissuto l’Elba prima del turismo. L’incontro tra diverse generazioni consente, attraverso un confronto che abbatte le barriere anagrafiche, la trasmissione dei saperi e il perpetuarsi delle tradizioni locali, che rischiano di essere dimenticate una volta che saranno scomparsi gli ultimi testimoni di quell’epoca. Questo tipo di interazione favorisce la nascita di un sentimento identitario nei più giovani, che possono proiettarsi verso il futuro rispettando le loro radici storiche e geografiche.
Attraverso open day, lezioni con esperti, visite alle realtà imprenditoriali sul territorio, interviste, raccolta di documenti storici, laboratori ed eventi culturali Cittadini Custodi della Cultura Contadina Elbana promuove un approccio interdisciplinare e favorisce una maggior consapevolezza ambientale e culturale creando un legame diverso e più profondo tra la comunità ed i luoghi in cui vive, integrando in tal senso anche persone con fragilità ed a rischio emarginazione. Il motore che anima il progetto è la ricerca di equilibrio tra sviluppo turistico dell’Elba, iniziato con la trasformazione economica e geografica del dopoguerra, e salvaguardia delle tradizioni locali: un risultato possibile solo tenendo a mente le peculiarità dell’ ambiente e della storia millenaria del territorio, ottenibile formando i più giovani come eredi ed ambasciatori nel mondo di questa meravigliosa isola.
Before the advent of tourism, Elba revealed an ancient geometry of terraces that descended from the mountains down to the sea where local varieties of Ansonica, Aleatico, Procanico, Biancone and Sangioveto grapes were cultivated and they were the Island’s gold. Recovering ancient cultivation techniques means preserving the biodiversity of the place, caring for it, passing on traditional know-how and fostering a mindful return to the crafts of the land in an environmentally sustainable way. From land to table, including the processing of products and their culinary use, encouraging ecotourism and supporting business ventures that spread good practices, not impacting negatively on the surrounding environment.
Thanks to the project “Citizens Guardians of Elban Rural Culture”, led by the Elba Island Foundation, it is possible to tell this story to young Elbans, from toddlers to high school teenagers. Cornerstones of the project are an intergenerational dialogue and the involvement of disadvantaged people and those at risk of emargination, such as prisoners.