La tonnara del bagno

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Quella del bagno era la terza tra le più importanti nel litorale nord dell’Elba. Veniva calata nella zona chiamata Bagno, talvolta in località Procchio e, nel periodo di esercizio delle tonnare, venivano raggiunte via mare. Veniva definita di solo “andata” poiché i tonni venivano intercettati seguendo il medesimo percorso, in questo caso dall’Enfola al Bagno. Al lavoro a mare faceva seguito il lavoro a terra. Il “Marfaraggio” si trova in un contesto particolare, tanto dal punto di vista ambientale che da quello architettonico. Una piccola spiaggia, un terreno collinare, un impervio sentiero e un molino hanno caratterizzato la zona e obbligato qualsiasi altro accesso con spazi fisici per l’inserimento di qualsiasi cosa.

Per la sua destinazione d’uso (la lavorazione del pesce e del tonno in particolare) le diverse fasi costruttive hanno seguito una logica di estrema razionalità e funzionalità non esprimendosi per mezzo di decorazioni ricercate ma per elementi che delineano gli spazi facendo parte di un lessico culturale in un determinato momento storico. A questa apparenza fa riscontro una estrema irregolarità delle aperture (porte e finestre) sia come posizione che come dimensioni, il tutto eseguito con materiali presenti in loco. Il complesso edilizio era diviso per varie funzioni polivalenti: l’Arsenale, il Magazzino e varie Abitazioni per i pescatori. Nel 1954 la pesca al tonno si concluse definitivamente ma la lavorazione del prodotto lo era già nel periodo 1918, quando fu trasferito all’Enfola. Oggi l’arsenale al tempo utilizzato alla lavorazione e alla successiva conservazione dei tonni è privo di copertura, con tre dei quattro archi ancora presenti. Tale zona è attualmente ben individuata poiché coltivato con il prato. Nel Magazzino la struttura presenta ancora le travi in legno dove i tonni venivano appesi a sgocciolare i residui sanguigni. Altri adibiti a depositi per le reti con attrezzature varie, la casa del Rais e una cappellina. Le origini della tonnara si possono far risalire al ‘600 anche se abbiamo notizie dell’impianto da parte del Principe di Piombino, nel secolo VII.

Dalle memorie di Alfonso Ridi si apprende che: “L’antica tonnara fu probabilmente istituita nel secolo XII dal principe di Piombino (…)”,risulta tuttavia con certezza che la tonnara del Bagno venne incrociata nella prima metà del XVII. Nella seconda metà del XIX i conduttori furono i Chiappa e Carpaneto, Damiani e Macconi. Nel 1878 e per dieci anni tale tonnara fu presa in appalto dalla ditta Damiani & C.. Documenti di archivio riportano notizie negli anni 1947, 1953 e nel 1963. Da un dattiloscritto di Alfonso Ridi leggiamo: “Dal 1954 la tonnara del Bagno non fu più calata (…). I Rais erano Marco Ridi e il nipote Emiliano che fu anche l’ultimo Rais.” In questo caso i lavoranti (la ciurma) erano 20/25. La Tonnara del Bagno è stata un presidio importante, tanto che sarà, fino al 1910, il centro direzionale delle tonnare elbane ed il centro della lavorazione del pescato.

This was the third of the most important ones on the north coast of Elba. They would cast in the area of Bagno, sometimes in Procchio and, during the period when the tuna traps were in operation, they were reached by sea. It was called “one-way” because the tuna fish were intercepted following the same route, in this case from Enfola to Bagno. Work at sea was followed by work on land. The building development was divided according to the various multipurpose functions: the Arsenal, the Warehouse and housing for the fishermen. In 1954, tuna fishing finally ended. The Arsenal, then used for the processing and subsequent storage of the tuna, now has no roof; three of its four arches are still standing and today it has a cultivated lawn. Inside the Warehouse, there are still the wooden beams where the tuna were hung up to drip. Other buildings were used as storage for the nets and equipment, the Rais’ house and a small chapel.

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