Acqua per le isole di Toscana

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Sette sono le “Perle” del Tirreno, un mare antico, approdi e rifugio sulle rotte delle civiltà mediterranee più antiche, luoghi che la natura rigogliosa in mare e in terra, ha reso ricche di acque e minerali, piante e animali, stagioni miti e suoli fertili, risorse che l’uomo ha saputo dosare e utilizzare per vivere e commerciare entrando in contatto con altre culture lontane creando le basi per lo sviluppo di cui oggi noi portiamo il testimone. Le sette perle formano un unico arcipelago, sono da tempo mèta di quei viaggiatori che cercano svago e riposo, ma anche luoghi che hanno mantenuto la loro genuina tradizione.

Se nelle stagioni invernali sono minori i flussi turistici e pochi i fortunati che le abitano, durante l’estate aumenta la pressione antropica con le conseguenze che si possono immaginare nei settori dell’accoglienza turistica, dei trasporti e dei servizi. Fra questi quello idrico. Non è un caso che la Regione Toscana e le autorità preposte cerchino da anni soluzioni per non aumentare la pressione economica del servizio idrico sui residenti e operatori turistici, mantenendo efficace la rete e regolandone i flussi nei periodi di maggior consumo. Come sopperire alla fragilità di questi territori? Facendo diventare l’elemento che li caratterizza, il mare, invece che elemento di separazione e distanza, una risorsa. Se non abbiamo più piogge tali da consentire riempimenti sufficienti delle falde acquifere, dobbiamo cominciare a pensare di produrre acqua dal mare. In località Mola, sull’Isola d’Elba, è in costruzione un dissalatore che risolverà il problema idrico: sull’esempio di altri che sono già in funzione da molti anni all’Isola del Giglio e a Capraia.
Ad oggi la Toscana è la regione italiana con il maggior numeri di dissalatori, pur se di piccole e medie dimensioni. Di fronte al cambiamento climatico in corso, che determina ogni anno temperature sempre più alte nei periodi estivi e, di conseguenza, siccità ed emergenze idriche, l’approvvigionamento dell’acqua potabile si fa sempre più problematico, anche perché l’acqua non serve soltanto a un utilizzo umano diretto, ma attraverso allevamenti, agricoltura, industria, anche a un utilizzo indiretto.
Per questo sono entrati in funzione gli impianti di Capraia, Punta Ala, Giglio, Giannutri, e presto dell’Elba.

Giglio è l’isola dell’arcipelago toscano dove è in funzione da più tempo un dissalatore. Da anni sono state abbandonate le bettoline, cioè le navi che, durante i periodi di siccità, dovevano portare l’acqua potabile sull’isola, con costi elevati di servizio in bolletta e consumo di carburanti inquinanti. La dissalazione serve quindi a mantenere costante la risorsa idrica sull’isola d’inverno e soprattutto d’estate quando sono altissime le presenze turistiche. Capraia è l’isola dell’Arcipelago Toscano più lontana dalla costa: è più vicina alla Corsica che al continente italiano. Da anni è in funzione un dissalatore che mantiene stabile l’erogazione della risorsa idrica per residenti e turisti. I dati e le analisi dimostrano che mettendo a confronto una bottiglia di acqua di mare e una di salamoia sono del tutto simili: la salamoia è soltanto acqua poco più salata.

Elba è l’isola più grande dell’Arcipelago Toscano e la terza isola italiana. Non ha risorse idriche autonome sufficienti, molte sorgenti sono ormai disperse e l’acqua potabile viene distribuita attraverso un tubo sottomarino, realizzato ormai più di trenta anni fa, che porta acqua dalla Val di Cornia, zona dove si registra un calo delle riserve idriche del sottosuolo e, soprattutto una minore purezza per la presenza di metalli di cui le rocce della costa degli Etruschi sono particolarmente ricche. Sarebbe un disastro ambientale ed economico se per qualsiasi motivo dovesse collassare il sistema di approvigionamento esistente, mettendo in ginocchio l’economia dell’Isola basata sul turismo e sulle produzioni locali. Per questo si è reso necessario dotare l’Elba di un impianto necessario al mantenimento in sicurezza dell’isola, soprattutto in occasioni delle forti presenze turistiche estive. Un impianto che è stato testato ed ha superato tutti i controlli locali e nazionali previsti dalle normative. Un’opera che non impatterà, assicurano i vertici di ASA e dell’Autorità Idrica Toscana, con l’ambiente circostante. Né marino né terrestre.

The seven pearls of the Tuscan Archipelago have always been on the map for travellers looking for enjoyment and rest but also looking out for places that have kept genuine traditions alive.
If indeed the flow of tourists is less in winter, there is a huge increase in human presence in the summer months with the imaginable consequences in the sectors of tourist accommodation, transport and services. Among these is the problem of water. The solution comes from the Sea: if we no longer have enough rainfall to sufficiently fill the water tables, then we need to start thinking about producing fresh water with a desalination plant. In the area of Mola on the island of Elba, they are building a plant on the example of others that have already been working for many years on the Islands of Giglio and Capraia. As yet, Tuscany is the Italian region with the largest number of desalination plants even if only small and medium sized. In the face of climate change, the supply of drinking water is becoming increasingly problematic, partly because water is not only for direct human use, but also indirectly for livestock, agriculture and industry. Studies assure us that the plant will not impact the surrounding environment, neither that of the sea nor of the land.

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