Llewelyn Lloyd e l’Elba

cultura

Llewelyn Lloyd all’Elba aveva trovato la pace, l’ispirazione e una casa. Una casa non intesa come quattro mura (per quanto poi ne comprerà una proprio alla Marina) ma una casa con l’accezione con cui gli inglesi dicono “home” e gli spagnoli “hogar”, un termine che in italiano non ha declinazione, una casa che va oltre i mattoni.

L’Elba per Lloyd è stata una patria elettiva, capace di trasformare profondamente la sua arte e la sua vita. Ferdinando Donzelli e Giampaolo Daddi meglio di chiunque altro hanno saputo fare un’esegesi del periodo elbano del pittore Llewelyn Lloyd in un volume del 1995, da cui questo pezzo trae ispirazione. Lloyd, era nato a Livorno nel 1879 da una famiglia di origini gallese, ricevette una formazione artistica presso lo studio di Guglielmo Micheli, allievo di Giovanni Fattori, capostipite del movimento dei macchiaioli, i precursori dell’impressionismo. Successivamente approfondì i suoi studi a Firenze, dove entrò in contatto con illustri artisti del periodo, come Telemaco Signorini. La sua pittura, influenzata dalla scuola macchiaiola ma aperta anche alle sperimentazioni dell’epoca, si caratterizzava per la vivacità dei colori e per la precisione del disegno. Fu proprio nel contesto della Firenze del primo Novecento che Lloyd maturò la decisione di recarsi all’isola d’Elba, attratto dalla suggestione del luogo e dalla sua reputazione di bellezza incontaminata. Il suo arrivo a Marciana Marina coincise con un periodo di rinascita per il paese, che ancora si riprendeva dalle ferite inflitte da una devastante alluvione del 1899. Nonostante i segni della calamità il pittore trovò nell’Elba e nei suoi abitanti una fonte inesauribile di ispirazione.
Durante il suo soggiorno, Lloyd si dedicò intensamente alla rappresentazione della vita elbana, dipingendo angoli nascosti e scorci incantevoli. Non si soffermò soltanto sull’inoppugnabile bellezza, ma penetrò nella vita paesana e ne ritrasse la quotidianità, il comune fluire del tempo. La sua tavolozza, già vibrante di colori, sembrava trovare nuova linfa nella luce speciale dell’isola, mentre il suo tratto preciso e nitido restituiva con fedeltà l’atmosfera unica di quei luoghi. Tra le opere più significative realizzate durante il suo soggiorno isolano, spiccano il “Castagno morto”, il “Monte Capanne” e “Vecchie case di pescatori”. Tuttavia, fu soprattutto il “Castagno morto” a conquistare l’attenzione del pubblico, tanto da essere acquistato dal Governo italiano.

L’esperienza elbana segnò una svolta decisiva nella vita e nell’arte di Lloyd, che da quel momento in poi continuò a tornare sull’isola quasi ogni estate, trovando in quei paesaggi familiari una fonte inesauribile di suggestione. Lloyd concentrava tutta la sua produzione nella zona di Marciana Marina e dintorni, perché era quello il luogo incantato che gli faceva battere il cuore.

La tragedia della Seconda Guerra Mondiale lo colpì profondamente; in possesso della cittadinanza inglese fu arrestato e detenuto. Dopo la guerra, continuò a dipingere con la stessa passione di sempre, tornando sulla sua amata isola dove ormai era di casa, conosceva tutti e tutto, come si conoscono soltanto le cose che si amano. Ma una brutta polmonite lo spense nel 1949 all’alba dei suoi 70 anni. Llewelyn Lloyd è stato definito il “poeta dell’Elba”: come tanti altri artisti l’aveva conosciuta e amata, capita e vissuta nella sua essenza.

Llewelyn Lloyd: the Welsh painter who chose Marciana Marina
The artist Llewelyn Lloyd found that his chosen home on the island of Elba was capable of deeply transforming his art and his life. His origins were Welsh but he was born in Livorno and received his artistic training there, in the prestigious studio of Guglielmo Micheli. He completed his studies in Florence where he had the chance to involve himself in the cultural environment of the moment, meeting prominent artists of the time. It was the charm and unspoiled beauty of Elba that prompted Lloyd to move to the island in 1907 at a time of rebirth for Marciana Marina, still scarred by the wounds of a devastating flood. Despite the trauma of the disaster, Lloyd found that Elba and its people were an infinite source of inspiration for his art.

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