Antico dialetto elbano

cultura

Il vero, antico dialetto elbano è presente, con caratteristiche assolutamente sorprendenti, nelle zone più marginali dell’isola, specie negli opposti versanti occidentale e orientale. L’Elba, per sua posizione geografica, rappresenta un interessantissimo ponte linguistico tra Toscana e Corsica; secondo alcuni glottologi come Romualdo Cardarelli, «l’elbano appartiene al gruppo dei dialetti còrsi, e fra essi è […] il più toscanizzato». Secondo altri, come Gerard Rohlfs, l’elbano fa invece parte dei dialetti «toscani insulari». Sicuramente, in tempi remoti, l’Elba usava la terminazione latina in «u»; unica traccia di questo arcaico dialetto è il toponimo elbano – tuttora esistente – Pradupino («prato del pino») che deriva da «Pra’ d’u pinu». Nel settore orientale dell’Elba (comuni di Rio Elba, Rio Marina, Porto Azzurro e Capoliveri) si riscontrano fenomeni linguistici che esulano dalla sfera toscana. La tipica aspirazione del toscano continentale è del tutto assente, e consonanti intervocaliche come «p» e «t» vengono pronunciate esattamente come nella maggior parte dei dialetti còrsi («aberto» = «aperto»), come pure la «c» dolce diventa «g» («munigibio» = «municipio»); quest’ultima caratteristica, così tipica dell’elbano orientale, è riscontrabile tra l’altro in diversi dialetti centroitalici (ad esempio nel marchigiano centromeridionale). Nell’area di Porto Azzurro, in età post-rinascimentale dominata dalla Spagna, sono presenti numerosi vocaboli che si riallacciano a termini iberici, ma si riscontrano anche termini dovuti a influenze italiche meridionali («ràggia» = «rabbia»). Il settore occidentale dell’Elba è quello che comunque più si avvicina al còrso settentrionale e al capocorsino; anche qui è assente qualsiasi traccia di aspirazione intervocalica, ma non si assiste al già citato fenomeno di trasformazione della «c» dolce in «g», come invece avviene nell’elbano orientale. Spesso, come nei dialetti còrsi, la «ó» chiusa prende il posto di quella aperta; è il caso, ad esempio, di «calzólo» e «gattaióla».

Toponimi elbani occidentali come Bóllero si riallacciano al còrso «bóllaru», nell’accezione di «polla», «sorgente». In paesi come Marciana e Poggio, ad esempio, il «regùzzolo» («pettirosso») corrispondeva al còrso settentrionale «regùzzulu». In termini come «gaddina» («gallina») è presente quel suono cacuminale tipico, oltre al còrso e al sardo, di molti dialetti meridionali. Influssi liguri si riscontrano, ad esempio, in «léppico» e «leppicoso» (rispettivamente «appiccicume» e «appiccicoso», dal ligure «lépegu» e «lepegusu»), e in «rumenta», «spazzatura». Anche alcune terminazioni locative sono estremamente interessanti; gli attuali abitanti di Pomonte e Poggio, entrambe frazioni di Marciana, sono tuttora definiti «pomontinchi» e «pucinchi»; il ben noto fenomeno, che deriva dal latino «ìncola» («abitante»), pone affinità sorprendenti con i dialetti còrsi. E ancora, numerosi modi di dire elbani occidentali sono praticamente identici – seppur con fenomeni d’italianizzazione – al còrso settentrionale: «’Un c’è nimo ‘n dógo» («non c’è nessuno in giro»), «Migna che anco tu ‘un t’innafanti tórna» («Bisogna che anche tu non t’infervori nuovamente»), «Gaddina ch’un ha fatto óve è sempre poddasta» («Gallina che non ha fatto uova è sempre pollastra»), «Affacca la luna» («Spunta la luna»), «Io ‘un vo ‘n cazz’a nimo» («Io non ne voglio proprio sapere»), «Mira che te ‘l do, e se te ’l do te ‘l piglie» («Guarda che ti picchio, e se ti picchio te le prendi»), «La pulenda vale rumata di contìnuvo pe’falla cóce bene» («La polenta va rimestata continuamente per farla cuocer bene»), «Aóra zipréte poterebbe anco venì; il catàvere già puzza e sita» («Adesso il prete potrebbe anche arrivare; il cadavere già manda cattivo odore»), «Che sfuttigne, che te ‘l sii fatto che ‘nvelenì» («Non stuzzicarti, che già ti sei fatto infezione»), «’L sole ciutta» («Il sole tramonta»).

The Ancient Elban Dialect
It is quite surprising to realise that the characteristics of the true, ancient dialect of Elba are still present, even in the most remote parts of the island, particularly in the extreme east and west. Elba, for its geographical position, provides a most interesting linguistic bridge between Tuscany and Corsica. To an attentive ear, there are noticeable differences between one town and another, due to the influence of the languages of the peoples who dominated them, from the French to the Spanish.

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