Il Museo delle Scienze Geologiche e Archeologiche dell’isola di Pianosa è nato nel 2018 con il Progetto “Pianosa: viaggio verso l’Isola della Scienza”, attuato con il finanziamento di un Bando del Ministero dell’Università e della Ricerca, cui il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ha partecipato con l’Università di Siena, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Pisa e Livorno, l’Associazione per la Difesa dell’Isola di Pianosa, il Comune di Campo nell’Elba e con il sostegno dell’Amministrazione Penitenziaria di Porto Azzurro.
Il Museo aderisce al Sistema Museale dell’Arcipelago Toscano (SMART) ed è ospitato nella ex Direzione del Carcere di Pianosa, edificio oggi di proprietà del Comune di Campo nell’Elba. Si estende su una superficie di circa 450 m2 e consta di quattro sale espositive, due dedicate alla Geologia e due all’Archeologia, un Laboratorio, una Sala congressi con 40 posti, una Biblioteca, un Deposito e un’Aula di microscopia, che oggi ospita una sezione dedicata al Progetto UNESCO “Hydro-Island”, dedicato allo studio, sostenibilità e rispetto della risorsa idrica nel contesto del cambiamento climatico globale.
L’esposizione ripercorre le tappe geologiche e archeologiche dell’isola che, più volte, è stata unita alla terraferma per effetto dell’abbassamento del livello del mare connesso alle fasi glaciali.
Le rocce di Pianosa sono esclusivamente sedimentarie, sia quelle di età neogenica, ricchissime in fossili, sia i depositi più recenti del tardo Pleistocene che documentano, con i resti di faune anche endemiche (cervi), i collegamenti dell’isola con il continente. Pianosa diviene definitivamente isola intorno a 12.000 anni fa; è a questa età, ma quando ancora Pianosa e l’Elba erano collegate alla terraferma, che risale la più antica presenza umana datata alla fine del Paleolitico Superiore (Grotta di Cala Giovanna). L’isola viene raggiunta, via mare, dalla colonizzazione neolitica della quale restano tracce importanti in due insediamenti (La Scola e Cala Giovanna-Piano). Tra la fine del Neolitico e l’inizio dell’Eneolitico è stata realizzata la necropoli con tombe ipogee a forno di Poggio Belvedere; alla media età del Bronzo risale il villaggio di Punta del Segnale. In epoca romana vive un periodo di grande splendore attestato dai resti di edifici monumentali (Bagno di Agrippa e Villa imperiale di Cala San Giovanni) ma sono numerose anche le tracce del periodo medievale.
L’obiettivo dell’esposizione è raccontare l’evoluzione geologica dell’isola tramite rocce e fossili e e il suo passato archeologico con i reperti provenienti da scavi e recuperi subacquei, un modo per conservare e valorizzare sul territorio stesso le ricchezze naturalistiche e storiche.
Come già accennato, le sale destinate all’esposizione sono quattro. La prima, nominata “Vietato non toccare” introduce alla mostra e accoglie i visitatori in modo “emozionale” con riproduzioni di paesaggi suggestivi e campioni geologici posti su due ampi tavoli.
Anche la seconda sala è dedicata alla geologia con rocce e fossili caratteristici delle formazioni affioranti sull’isola; una vetrina a se stante è dedicata ai resti dei cervi “nani” scoperti tra il 2012 e il 2016 nella Grotta di Cala di Biagio.
La terza sala è dedicata all’archeologia ed è narrata seguendo i siti di scavo. Il primo sito riguarda l’Isolotto della Scola con il suo insediamento neolitico (inizi VI millennio a.C.); il secondo è il sito di Cala Giovanna Piano, un insediamento sempre neolitico ma più tardo (fine VI- inizio V millennio a.C.) intaccato da alcune sepolture di Epoca Romana (I-III secolo d.C.). Seguono la necropoli del tardo Neolitico – prima età dei Metalli di Poggio Belvedere con tombe ipogee a forno e il villaggio della Media età del Bronzo (II millennio a.C.) di Punta del Segnale; di quest’ultimo è visibile anche la riproduzione di un forno per usi domestici che conteneva i resti di tre vasi, restaurati ed esposti. La quarta ed ultima sala è dedicata alla “Grande struttura a pozzo” di Poggio Belvedere(*fig. 1), un pozzo cilindrico scavato nella roccia con catino alla base e monumentale corridoio di accesso; la struttura, probabilmente preistorica, è stata riutilizzata in epoca romana. Sono inoltre esposti alcuni reperti di epoca romana provenienti dal complesso del “Bagno di Agrippa”, dalla Villa imperiale di Cala San Giovanni e dalla adiacente necropoli medievale della quale è stata ricostruita una sepoltura, così come per la tomba romana del II sec. d.C. di “Piazza d’Armi”. Completano l’esposizione alcuni reperti di provenienza subacquea.
L’esposizione archeologica sarà a breve implementata con reperti provenienti dagli scavi attualmente in corso in varie parti dell’isola.
I testi dei pannelli sono sia in italiano che in lingua inglese, nel rispetto dei molti visitatori, anche stranieri, che raggiungono l’isola durante tutto l’anno.
The Museum of Geological and Archaeological
Sciences of the Island of Pianosa
The Museum of Geological and Archaeological Sciences of the Island of Pianosa, established in 2018, is housed in the former headquarters of Pianosa Prison. It has four exhibition rooms, two dedicated to Geology and two to Archaeology, a Laboratory, a Microscopy Room, a 40-seat Conference Room, a Library and a storage room.
The exhibition tells the geological history of the Island through rocks and fossils and the archaeological history with artifacts from excavations and underwater recoveries so as to enhance, on the territory, the naturalistic and historical riches.
More than once, Pianosa has been joined to the mainland by changes in sea level related to glacial phases. Its rocks are exclusively sedimentary, both from the Neogene Age, extremely rich in fossils and more recent deposits of the late Pleistocene Age that document, with the remains of endemic fauna (deer), the Island’s links with the mainland. It finally became an island around 12,000 years ago and the oldest human presence dates back to that date (the Cave of Cala Giovanna at the end of the Upper Paleolithic Age). The island was reached by sea by Neolithic colonization; it was inhabited in the subsequent phases of prehistory and experienced a period of great spendour in the Roman era before its decline in the Middle Ages.
The first exhibition room, named “Forbidden not to touch” presents the exhibition with reproductions of striking landscapes and geological samples. The second room is dedicated to the geological history of the Island. The third room concentrates on archaeology and tells the story following the excavation sites.
It starts with the Early Neolithic settlement of Isolotto della Scola (early 6th millennium B.C.) and with the Late Nelolithic settlement of Cala Giovanna Piano (late 6th to early 5th millennium B.C.). This was followed by the Late Neolithic-Early Metal Age necropolis of Poggio Belvedere with underground tombs and the Middle Bronze Age village (2nd millennium B.C.) of Punta del Segnale. The fourth room deals with the “Great Well Structure” of Poggio Belvedere, a cylindrical well dug into the rock with an access corridor, of probable prehistoric layout, reused in Roman times. Also on display are Roman remains from the “Bagno di Agrippa”, from the imperial villa of Cala San Giovanni and the adjacent medieval necropolis of which a burial site has been reconstructed, as well as for the 2nd century A.D. Roman tomb of “Piazza d’Armi”. The exhibition is completed by some relics of underwater origin.
The texts of the panels are both in Italian and in English, respecting the many visitors, including foreigners, who reach the island throughout the year.