Carlo d’Ego, fotografo e custode di memorie

culture & arts

Molti non hanno la consapevolezza che la nostra ricchezza consiste nel possedere la memoria del nostro passato e la conoscenza dei fatti che sono la base dove le nostre radici si sono sviluppate e hanno formato il nostro territorio con attività che hanno lasciato importanti tracce nella storia fin dai tempi più remoti. L’iconografia ufficiale ne rappresenta gli avvenimenti ma anche la freddezza nel raccontarli, dimentica dell’essenza degli aspetti più ordinari. La memoria privata rappresenta una ricchezza in parte venuta alla luce con foto e testimonianze varie, ma ancora “dimenticata” soprattutto per le immagini catturate nei film di famiglia decenni orsono con sistemi che hanno costituito una oggettiva difficoltà a continuarne “proprietarli”; ma se i vecchi 8mm tornano alla luce possono, oggi, essere acquisiti in digitale e contribuire al nostro arricchimento interiore e soprattutto della memoria e conoscenza collettiva. Le immagini raccolte nei film amatoriali 8mm e super 8, pur non essendo diffuse alla pratica videomatoriale per gli alti costi delle attrezzature e delle pellicole, rappresentano però una finestra importantissima per rileggere le trasformazioni del paesaggio, gli stili di vita, le feste e le abitudini di tutti i giorni. Il recupero di questo impagabile patrimonio filmato non può essere trascurato per la conservazione e la rilettura della storia locale, delle abitudini della vita quotidiana nell’intimità familiare e nei rapporti societari inseriti in un territorio in rapida trasformazione. Un insostituibile aiuto viene da Carlo Carletti (1926-2013), meglio conosciuto come Carlo d’Ego, nato e cresciuto a Rio Marina; fortemente legato al suo paese e alla sua terra, aveva i tratti di una personalità aperta, curiosa del nuovo, amante della bellezza ma soprattutto era un appassionato curioso del proprio paese e della propria gente, che ha iniziato a filmare con una delle poche “cineprese con carica a molla” fin dagli anni ’50, lasciandoci in eredità un patrimonio “filmico” unico perché all’epoca la macchina da presa era nella possibilità di uso di pochi e tra i pochi Carlo era, tra l’altro, l’unico che con la sua “otto millimetri” a tracolla scendeva in strada e, con l’interesse e la curiosità del cronista, riprendeva ciò che credeva valesse la pena testimoniare. Carlo si era già cimentato con la fotografia ma, con lo spirito del precursore che lo ha sempre contraddistinto, a 26 anni ritenne che la fotografia, pur continuando a praticarla, gli potesse un po’ stretta, tant’è che partecipò, nel 1964, anche ad un concorso cinematografico organizzato dall’Ente Valorizzazione Elba, classificandosi al 2° posto con il cortometraggio “L’isola del sogno”: un’opera unica dove si esaltano la creatività, la fantasia e la capacità dell’autore che riuscì a coinvolgere nelle riprese anche Ersilia Gennai Tonietti, prima italiana eletta al Parlamento Europeo. Da non dimenticare “Un giorno a Rio”, il primo cortometraggio in assoluto realizzato da Carlo Carletti ben 70 anni fa, la cui qualità ci stupisce fin dai primi minuti della proiezione. Carlo, come detto, non era solo un cineamatore ma anche uno scrittore con numerosi volumi all’attivo e tra i fondatori, nel 1984, del trimestrale “La Piaggia”, al quale ha contribuito con 112 pezzi, oltre che giornalista come corrispondente di diversi quotidiani – anche se lui, quando era in vena di scherzare, se qualcuno lo definiva giornalista, rispondeva: “Prego, giornalaio!”, giocando così con le parole e con il fatto che i giornali li aveva venduti davvero. Un uomo che possiamo anche definire “inventore”, avendo di fatto con il suo operato inventato la “riesità” come ricchezza fondamentale del paese dove aveva avuto i natali. Il suo patrimonio culturale costituito da scritti, fotografie, articoli e filmati è ora custodito dall’Associazione Culturale “Carlo d’Ego” con l’obiettivo di rendere partecipi quante più persone possibile di condividere questa ricchezza culturale lasciataci in eredità, dove emerge la parte cinematografica perché testimoniava rara nel settore di un’epoca in cui Carlo Carletti è stato un precursore unico tra gli elbani, in un’epoca in cui le “cineprese” si contavano sulle dita di una mano.

Carlo Carletti (1926-2013), best known as Carlo d’Ego, was born and bred in Rio Marina and was strongly attached to his town and his land. He had an open personality, was inquisitive about new things, loved beauty but above all, he was so curious about his own town and its people that he started filming with one of the few “spring-loaded cameras”, as early as the fifties, a unique forerunner among Elbans when “film cameras” could be counted on the fingers of one hand. Memorable works are his short films “L’Isola del sogno” and “Un giorno a Rio”, the first ever short film made by Carlo Carletti, a good 70 years ago. He was not only a filmmaker but also a writer with numerous books to his credit and one of the founders in 1984 of the quarterly magazine “La Piaggia” where he contributed 112 pieces as well as being a journalist as a correspondent for several newspapers. His cultural heritage consisting of writings, photographs, articles and films is now preserved by the “Carlo d’Ego” Cultural Association with the aim of bringing the island’s inhabitants and guests together to share an outstanding cultural heritage.

Carlo Carletti (1926–2013), besser bekannt als Carlo d’Ego, wurde in Rio Marina geboren und wuchs dort auf. Er war tief mit seiner Stadt und seiner Heimat verbunden. Als offene und neugierige Persönlichkeit war er ein Liebhaber des Schönen – vor allem aber faszinierte ihn die Geschichte seines Landes und das Leben der Menschen. Seit den 1950er Jahren dokumentierte er das Geschehen um sich herum mit einer Filmkamera mit mechanischem Aufzug – eine Rarität auf der Insel. Zu seinen Werken zählten unter anderem die Kurzfilme „Die Insel der Träume“ und „Ein Tag in Rio“, die er vor rund 70 Jahren drehte. Carlo d’Ego war nicht nur Filmemacher, sondern auch ein angesehener Schriftsteller und Gründer der seit 1984 vierteljährlich erscheinenden Zeitschrift “La Piaggia“. Neben seinen 112 Beiträgen für “La Piaggia” arbeitete er als freier Journalist und Korrespondent für verschiedene Medien. Heute wird sein kulturelles Erbe – bestehend aus Schriften, Fotografien, Artikeln und Filmen – von der Kulturvereinigung „Carlo d’Ego“ bewahrt. Ziel ist es, sowohl Einheimische als auch Gäste der Insel an diesem wertvollen kulturellen Schatz teilhaben zu lassen.

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