“…l’Argifonte mi preparò il farmaco; lo strappò da terra e mi spiegò la sua natura: era un’erba che aveva la radice nera e il fiore bianco come il latte; gli Dèi la chiamano moli, per gli uomini mortali è difficile da strappare; invece per gli Dèi tutto è possibile.”
Il moli è un’erba misteriosa menzionata nel Libro 10 dell’Odissea, dai fiori candidi e la radice a bulbo. Da secoli si cerca di dare un’identità a questa misteriosa pianta. Teofrasto lo confuse con l’aglio nero (Allium nigrum L. o una specie affine). Nel Rinascimento venne identificato con la cipolla marina (Squilla marittima L.), anch’essa dalle foglie bianche e radici a bulbo. Negli anni ’80, Plaitakis e Duvoisin proposero di identificarlo nel bucaneve (Galanthus nivalis L.), basandosi sulle proprietà farmacologiche in comune con la pianta descritta nel testo antico. Il moli e il bucaneve infatti condividono, oltre che la somiglianza morfologica, anche effetti inibitori dell’enzima che degrada il neurotrasmettitore acetilcolina. Nel 2024, Molina-Venegas e Verano propongono una nuova interpretazione: il moli potrebbe essere il giglio marino (Pancratium maritimum L.), diffuso sulle spiagge del Mediterraneo. Tuttavia, secondo l’Odissea, il moli viene colto in una zona boscosa dell’entroterra. Il giglio marino stellato (Pancratium illyricum L.) è una specie endemica presente solo in Corsica, Sardegna, Capraia ed Elba. A differenza di P. maritimum, L., unica altra specie del genere, le esigenze ecologiche di P. illyricum, che cresce anche all’ombra, si adattano bene alla descrizione del luogo in cui Odisseo riceve il moli, se si assume che l’isola di Circe corrisponda ad un’isola mediterranea dominata da boschi, come la Corsica. Secondo le Argonautiche (Ap. Rhod. 4.660), la dimora della dea si trova a sud dell’Isola d’Elba. Invece, il Promontorio del Circeo, dimora di Circe secondo Strabone, I sec. d.C., prenderebbe nome da una grotta sacra a lei dedicata. Non ci sono prove dirette dell’uso medicinale del giglio marino presso gli antichi Greci; è plausibile che la familiarità con questa pianta abbia portato alla conoscenza delle sue proprietà, contribuendo al mito del moli attraverso le tradizioni orali. L’identità della pianta potrebbe non essere rappresentata da un’unica specie, ma da un complesso etnobotanico, un taxon culturale nato dalla fusione cognitiva di vegetali morfologicamente e farmacologicamente simili. Questo riflette un principio fondamentale della classificazione botanica antica, che era basata più sull’utilità pratica delle piante che su criteri tassonomici moderni. L’idea che i gigli di mare siano stati usati come antidoto per l’intossicazione anticolinergica tra i Greci arcaici appare plausibile. Questo permetterebbe anche di superare il problema dell’incoerenza geografica dell’Odissea riguardo alla posizione dell’isola di Circe, poiché queste piante sono abbondanti e diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo.
In the Odyssey, Circe turns Odysseus’s companions into swine. To protect him from the sorceress’s spells, the god Hermes gives Odysseus a magical plant: the “moli”; which might have been the Star Lily (Pancratium illyricum L.) that grows in the inland areas of the Tuscan Archipelago and is not to be confused with Pancratium maritimum L., which flowers on the sandy dunes. In fact, some ancient Greek sources place Circe’s abode on a Tyrrhenian island, proof that these seas were known and have been frequented since ancient times.
In Homers „Odyssee“ verwandelt die Zauberin Circe die Gefährten des Odysseus in Schweine. Um Odysseus vor ihren Zaubersprüchen zu schützen, überreicht ihm der Gott Hermes eine magische Pflanze: das sogenannte „Moli“. Dabei könnte es sich um die Sternenlilie (Pancratium illyricum L.) handeln – eine seltene Pflanze, die im Binnenland des toskanischen Archipels wächst. Sie darf nicht mit Pancratium maritimum L. verwechselt werden, das hingegen auf Sanddünen gedeiht. Einige antike griechische Quellen beschreiben Circes Wohnsitz als auf einer tyrrhenischen Insel gelegen – ein Hinweis darauf, wie stark diese Meere schon in der Antike bereist und bedeutend waren.