Istia, specchio dell’anima

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Istia è specchio dell’anima, memoria, paesaggio, altro da sé.
È sguardo e respiro interiore. Uno di quei rari luoghi che resistono alle ingiurie del tempo e delle mode effimere e bugiarde. Immutabile. Segreta. Fra magia e meraviglia è abitata dalla quiete senza tempo, dalla bellezza intangibile, dal concerto silente della natura.
La spiaggia si scioglie nel mare che prende in prestito i colori delle stagioni. Riflette il verde intenso dei pini ombrosi, il rosa deciso delle tamerici annaffiate dalla salsedine, il giallo birichino dei fiori primaverili che fanno tappeto fino al bagnasciuga, il rosso intriso di viola dei tramonti rocciosi. È qui che Stefano Magro, custode e sacerdote di tanta ricchezza, ha costruito il proprio santuario, fatto di legni e cordami che ricordano terre lontane, capitani coraggiosi e naufragi. Ospita, nella sua dimora fatta di ingegno e di niente, viandanti che chiedono permesso prima di entrare. Perché, come in tutti i luoghi sacri, il rispetto e l’amore sono l’unica chiave per trovare quiete e riposo.
Sorride fra i riccioli, lui che l’ha scelta, quella piccola spiaggia di Istia, con la complicità di Yirka, Lorenzo ed Edoardo. Fin da bambini i suoi ragazzi hanno raccolto quei piccoli “vetrini” colorati che tutti i bambini del mondo, cacciatori di tesori, hanno cercato fra le ghiaie. Con questi costruiscono amuleti, contro i souvenir globalizzati.
E Rossana, la fata dei mille colori, che la frequenta anche d’inverno, perché l’amore per la bellezza ti strega e ti rapisce, racconta storie con gli acquerelli su suoi taccuini preziosi di ricordi. Stefano, intanto, cogliendo le erbette dalle aiuole lì intorno condivide il cibo giusto per un tavolo di legni spiaggiati, lontano dai luoghi affollati. Una bruschetta e un bicchiere di vino buono, un’amaca e un dondolo mossi dalla brezza del mare, una sdraio che segue il movimento del sole, l’ombra profumata di elicriso nelle giornate più calde, gli odori ancestrali della macchia ribelle, sono la dote lasciata in eredità dai minatori del Ginevro a coloro che, bussando alla porta della gentilezza, chiedono un assaggio di paradiso.

Istia è specchio dell’anima, memoria, paesaggio, altro da sé. È sguardo e respiro interiore. Uno di quei rari luoghi che resistono alle ingiurie del tempo e delle mode effimere e bugiarde. Immutabile. Segreta. Fra magia e meraviglia è abitata dalla quiete senza tempo, dalla bellezza intangibile, dal concerto silente della natura. La spiaggia si scioglie nel mare che prende in prestito i colori delle stagioni. Riflette il verde intenso dei pini ombrosi, il rosa deciso delle tamerici annaffiate dalla salsedine, il giallo birichino dei fiori primaverili che fanno tappeto fino al bagnasciuga, il rosso intriso di viola dei tramonti rocciosi. È qui che Stefano Magro, custode e sacerdote di tanta ricchezza, ha costruito il proprio santuario, fatto di legni e cordami che ricordano terre lontane, capitani coraggiosi e naufraghi. Ospita, nella sua dimora fatta di ingegno e di niente, viandanti che chiedono permesso prima di entrare. Perché, come in tutti i luoghi sacri, il rispetto e l’amore sono l’unica chiave per trovare quiete e riposo. Sorride fra i riccioli, lui che l’ha scelta, quella piccola spiaggia di Istia, con la complicità di Yirka, Lorenzo ed Edoardo. Fin da bambini i suoi ragazzi hanno raccolto quei piccoli “vetrini” colorati che tutti i bambini del mondo, cacciatori di tesori, hanno cercato fra le ghiaie. Con questi costruiscono amuleti, contro i souvenir globalizzati. E Rossana, la fata dei mille colori, che la frequenta anche d’inverno, perché l’amore per la bellezza ti strega e ti rapisce, racconta storie con gli acquerelli su suoi taccuini preziosi di ricordi. Stefano, intanto, cogliendo le erbette dalle aiuole lì intorno condivide il cibo giusto per un tavolo di legni spiaggiati, lontano dai luoghi affollati. Una bruschetta e un bicchiere di vino buono, un’amaca e un dondolo mossi dalla brezza del mare, una sdraio che segue il movimento del sole, l’ombra profumata di elicriso nelle giornate più calde, gli odori ancestrali della macchia ribelle, sono la dote lasciata in eredità dai minatori del Ginevro a coloro che, bussando alla porta della gentilezza, chiedono un assaggio di paradiso.

Istia is a magic, secluded beach on the Ripalte estate. Far from the crowds, it is a beach where time seems to stand still. This corner of paradise is run by Stefano with Yirka and their sons, Edoardo and Lorenzo, and their welcome is simple and genuine. Guests find service and hospitality in the little house built from driftwood found on the beach, sharing the simple, healthy food of the Mediterranean cuisine and a glass of the excellent wine that the estate’s vineyards produce. If you are lucky, you might even find Rossana, the fairy of a thousand colours who visits Istia even in winter, enchanted by her love of beauty. She can teach you how to describe emotions with the watercolours of her travel diary, full of memories.

Istia ist ein magischer, stiller Strand, verborgen in der Tenuta delle Ripalte an der Costa dei Gabbiani. Fernab vom Trubel der überfüllten Badeorte scheint hier die Zeit stillzustehen. Die herzliche Gastfreundschaft von Stefano, der diesen besonderen Ort gemeinsam mit Yirka und ihren Söhnen Edoardo und Lorenzo führt, ist schlicht und authentisch. Was die Gäste hier erwartet, ist echter Service und ehrliche Freundlichkeit. In dem kleinen Holzhaus direkt am Strand genießt man ausgezeichnete, einfache und gesunde Gerichte der mediterranen Küche – begleitet von einem guten Glas Wein aus den Weinbergen der Tenuta. Mit etwas Glück begegnen Sie auch Rossana, der Meisterin der tausend Farben. Sie finden Sie auch im Winter häufig in Istia. Sie wird Ihnen zeigen wie man Schönheit und Emotionen zu Papier bringt. Ihre Aquarelle und Reisetagebücher sind legendär.

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