Fra le immagini che abbiamo ricevuto per la prima edizione di EnjoyElba, troviamo lo sguardo di chi è capace di osservare con profondità. A vederle dall’alto le “Perle del Tirreno” sembrano zattere o trampolini di lancio per civiltà galattiche meravigliate da tanta bellezza: fra verde, azzurro, calcare, nebbie e nuvole, temporali e fuochi, si disegna un microcosmo dove la natura ha scritto la sua storia. Troviamo fondali cristallini come le buone azioni, viscere scavate rifugio di torrenti, lingue di sabbia e lame di roccia, alberi che custodiscono fra le radici muretti a secco e pietre sudate, barche in fuga e gabbiani senza pace, sentieri lenti e liscioni scolpiti dagli zoccoli. Finestre come occhi aperti al sole o persiane chiuse per trattenere la luce. L’obiettivo coglie ciò che passa di solito inosservato: ha il dono del terzo occhio, che anche se è dissonante, rende ogni elemento di ciascuna foto parte di una narrazione. L’obiettivo non si distrae, è curioso, a volte impietoso, ma non basta fermarsi alla poesia: cerca l’essenza senza orpelli. È denuncia, è racconto, è resistenza. È sguardo su dettagli che sopravvivono, grazie ad uno sguardo altro, dove le luci sono declinate nei colori dell’arcobaleno o nelle ombre. Chi fotografa ha la capacità di osservare e di mettersi in ascolto, per poi condividere con gli altri la propria visione. Li invitiamo a continuare perché la bellezza resiste. Volevamo che Enjoy fosse la vetrina non solo di talenti e bravissimi che portano l’Arcipelago nel mondo, ma anche di coloro che osservano e vivono in profondità questo territorio. Come sempre: scoprendolo, amandolo, raccontandolo.
(Questo articolo non ha corrispettivi in lingua inglese e tedesca, essendo un testo introduttivo al contest con firma dell’autrice Patrizia Lupi. Se desideri, posso fornirne una traduzione editoriale anche per quelle lingue.)